Dei protagonisti della geografia, nessun elemento più dei grandi fiumi riesce ad evocare similitudini ed affinità con i giganti del mondo animale.

       Chi ha avuto la ventura di affiancarsi ad una balena che sfila tra le onde appena emersa dagli abissi, chi ha vissuto il phatos di impietrirsi a pochi metri da un elefante che vaga nella savana, come raggiunge la sponda di un grande fiume, sia esso il Volga o il Rio delle Amazzoni, non riesce ad evitare di attribuire ad ogni suo movimento una matrice vitale, quasi che il suo scorrere possente, l'accerchiare una collina, lo spandersi in una pianura, il frusciare sommesso, il saltellare nelle rapide, il boato delle cascate, siano tutti atti governati da una mente, ancorché primitiva, ora meditati, ora subiti, talvolta impulsivi o rabbiosi. 

IL FIUME DI MARK TWAIN

 

       Non è casuale che tutti i grandi fiumi abbiano esaltato la fantasia dei grandi scrittori, stringendo con loro una sorta di rapporto di simbiosi, un mutuo scambio di energia che arricchisse i corsi d'acqua dell'unico elemento mancante per avvicinarli all'uomo: la parola.
       Nella porzione settentrionale del continente americano il "grande" fiume è il Mississippi, e la sua voce Mark Twain. Ma non sarebbe scorretto affermare che nello stesso luogo il "grande" scrittore è Mark Twain e la sua anima è il Mississippi. Giustamente, i letterati affermano che Samuel Langhorne Clemens nacque nella piccola città di Florida, nel Missouri, ma Mark Twain, il suo alias letterario, nacque, appropriatamente, nel bel mezzo del Mississippi.

       Negli anni in cui Clemens lavorava come pilota sui battelli a vapore, infatti, il grido "Mark twain!", lanciato dai battellieri per avvisare il timoniere che in quel punto la profondtà del fiume era di "due braccia", era così ricorrente nelle sue orecchie che finì per adottarlo come pseudonimo letterario. 


       Anni dopo, Mark Twain viaggiò per il mondo, lontano da quelle terre, occupandosi e scrivendo su una gran varietà di argomenti e soggetti diversi, ma i sui momenti migliori vengono costantemente riferiti alle pagine in cui si ispira ai giorni trascorsi lungo il fiume.
       Il suo rapporto con il Mississippi iniziò presto, quando era ancora un fanciullo e la sua famiglia si trasferì ad Hannibal, dove l'onnipresenza del fiume condizionava qualunque momento della vita. Lì, sotto le rive rocciose, scorreva "il grande Mississippi, il maestoso, il magnifico Mississippi, trascinando avanti il suo fronte d'acqua largo un miglio, scintillante nel sole".        Da ragazzo, Twain non poteva immaginare quali importanti significati avrebbero assunto le sue avventure lungo il fiume. Senza quelle, Tom Sawyer non sarebbe mai diventato un "pirata" del fiume, Huckleberry Finn non si sarebbe avventurato sulle sue rapide insieme all'amico Jim, e la vita sul Mississippi si sarebbe concretizzata in un ricordo molto più vago nella mente degli Americani. 

       UN DESTINO CURIOSO

       Il Mississippi nasce nello stato del Minnesota, un territorio cui è occorso un destino curioso, ovvero quello di essere uno degli stati più lontani dal mare (i suoi confini orientale ed occidentale distano circa mille miglia dagli oceani Atlantico e Pacifico) e al tempo stesso uno dei più coinvolti in attività acquatiche e marinare.

       Gran parte del suo confine orientale si affaccia sul Lake Superior che rappresenta il terminale più interno di una via d'acqua, chiamata St Lawrence Seaway, attraverso la quale le navi giungono qui direttamente dall'Oceano Atlantico. Inoltre, l'erosione compiuta dai ghiacciai milioni di anni fa ha creato non meno di 15 mila tra laghi e fiumi meritando a questa terra il suo nome che in lingua Sioux significa appunto "terra delle acque dipinte di cielo".

       Accade, così, che in uno degli stati più continentali degli Usa, il 95% della popolazione risiede a non più di 10 minuti di distanza da un corso d'acqua.

ESPLORATORI E AVVENTURIERI

       Al di là del suo gigantismo psicologico, che trova riscontro anche nel significato indiano del suo nome, "padre delle acque", con i suoi 4.200 km che si dipanano da un gruppo di laghi del Minnesota, ai confini con il Canada, fino alle coste della Louisiana, nel Golfo del Messico, il Mississippi è il più grande fiume dell'America settentrionale e uno dei più grandi del mondo. La storia della sua scoperta è stata travagliata ed è ancora in parte avvolta nella leggenda, anche se viene comunemente accreditata ad Alonso Álvarez de Pineda il quale, costeggiando nel 1519 le terre della Florida, nel corso di una missione ordinata da Francesco de Garay, governatore della Giamaica, giunse alle foci del Mississippi, che battezzò con il nome di Rio del Espiritu Santo. 
       Alcuni anni dopo il fiume fu attraversato dai resti di un'altra spedizione, partita nel 1528 e guidata con poca fortuna da Pánfilo Narváez: egli fu disperso in mare, la maggior parte dei suoi uomini morì o fu fatta prigioniera dagli indigeni; solo quattro, fra cui Álvaro Núnez Cabeça de Vaca, si salvavano giungendo, dopo otto anni di peripezie e stenti indicibili nel Golfo di California. 

       Ma la spedizione che ne confermò la scoperta fu la terza, partita da da S. Lucar nel 1538 e guidata da Hernando de Soto. Era una missione molto ben organizzata il cui obiettivo era raggiungere le terre che chiudevano a Nord il golfo del Messico, allora favoleggiate come un novello Eldorado. Hernando de Soto fece appena in tempo a raggiungere il Mississippi, trovando la morte sulle sue rive nel 1541. Ma un manipolo di suoi uomini riuscì a discendere il fiume e dopo numerose peripezie raggiunse il Messico. 

       LE CITTÁ  GEMELLE

       Minneapolis e St Paul, distese su rive opposte dello stesso tratto di fiume vengono comunemente chiamate "Twin Cities", le città gemelle. Gemelle nel senso che sono nate e cresciute insieme, anche se nell'aspetto, nello stile e nel carattere, nonostante le rispettive downtown siano separate da soli 20 minuti di autostrada, sono tutt'altro che identiche. Di esse si dice che St Paul sia "l'ultima città dell'Est", e Minneapolis "la prima città del West".

       Questa vicinanza nella diversità, fortunatamente, non ha creato rivalità ma solo occasioni di sviluppo complementare, creando un ricco humus economico che fa svettare le corporations delle Twin Cities in tutte le classifiche americane. 

UNA STORIA TUMULTUOSA

       Curiosamente, la scoperta ufficiale del fiume coincise con il suo momentaneo oblio: la Spagna, gelosa di questa scoperta e temendo di alimentare gli appetiti delle altre potenze interessate ad una espansione nell'area, non divulgò l'esito di questa spedizione e l'esistenza del Mississippi fu tenuta nascosta al mondo per oltre un secolo.
       La seconda e vera scoperta del fiume, quindi, va ascritta al governo francese che nella prima metà del Seicento aveva inviato spedizioni nella zona dei grandi laghi e scoperto le sorgenti dell'Ohio, dell'Illinois e del Wisconsin, tutti importanti affluenti del Mississippi. 
       Nel 1663, il gesuita Louis Jolliet fu incaricato dall'intendente Talon di verificare se il Mississippi, allora conosciuto con il nome di Colbert, fosse la via d'acqua che poteva condurre dai grandi laghi fino all'oceano su cui si affacciava il Golfo di California. La piccola spedizione (si aggiunsero solo altri sei Francesi) penetrò nel Mississippi attraverso il Wisconsin, avanzando fino alla confluenza con il fiume Arkansas.

       Dopo di loro, in varie riprese, R. de La Salle raggiunse il Mississippi attraversando l'Ohio e l'Illinois, riuscendo infine a discenderne il corso fino alla foce nel 1681, dopo aver riconosciuto lungo il percorso le foci dei suoi principali affluenti, il Missouri, l'Ohio e l'Arkansas. La sua spedizione fu coronata ufficialmente da successo il 9 aprile 1682 quando, piantando una croce sulla riva, prese possesso di quelle terre in nome di Luigi XIV.

       Cinque anni dopo tentò di ritrovare via mare le foci del fiume da lui scoperto ma questa impresa gli fu fatale perché, abbandonato sulla costa del Texas dal capitano della nave che lo aveva trasportato, morì assassinato dai suoi stessi uomini, inferociti per le troppe fatiche e privazioni cui erano stati sottoposti.

       THOMAS STEARN ELIOT
       "Io non so molto degli dei, ma penso che il fiume // sia un dio forte e bruno – arcigno, indomito e intrattabile": due versi dedicati al Mississippi da Thomas Stearn Eliot, uno dei più grandi poeti del Novecento, Premio Nobel per la letteratura nel 1948. Eliot nacque a St Louis nel 1888 e vi rimase fino all'età di 17 anni, quando si trasferì a Boston per frequentare l'Università di Harward. Di lì prese la strada per l'Europa dove trascorse il resto della sua vita, tagliando completamente i ponti con la sua città natale in cui, comunque, dichiarò di aver trascorso i più bei giorni della sua vita e le cui atmosfere trasferì in uno dei suoi più importanti poemi, The Love Song of J Alfred Prufrock.

GRANDI AFFLUENTI

       Se a valle non ci sono mai stati grandi problemi ad attribuire un'identità certa al Mississippi, per quanto riguarda le sue origini geografiche ci sono voluti anni di dibattiti e ricerche, soprattutto per soffocare la tentazione, in parte legittima, di attribuire la primogenitura delle acque che si gettano nel Golfo del Messico agli affluenti più lunghi o portatori di una maggiore massa di acque. Tra essi, spicca il Missouri che dal Montana occidentale percorre un itinerario lungo e tortuoso prima di congiungersi con il Mississippi 32 km. a Nord di St Louis: se fosse lui il padre del fiume, dalle estreme sorgenti alla foce svilupperebbe una distanza di ben 6970 km, quasi 2.700 km in più di quella accreditata al Mississippi.

       Altri importanti affluenti occidentali sono l'Arkansas, che nasce tra i picchi delle Montagne Rocciose del Colorado ed il Red River che prima attraversa da Ovest ad Est tutto il Texas, segnandone per un lungo tratto il confine settentrionale con l'Oklaoma. Sulla riva orientale, a metà strada tra St. Louis e Memphis, sbocca l'imponente massa d'acqua del fiume Ohio (più del doppio di quella del Missouri) i cui affluenti più lontani si arricchiscono raccogliendo le piogge copiose che cadono sugli stati di New York, della Carolina del Nord e dell'Ohio. 

LA RICCHEZZA DEL PAESAGGIO

       L’imponente ragnatela formata dai corsi d'acqua che, per via diretta o indiretta, affluiscono al Mississippi si distende su un bacino di circa 3.250.000 kmq., un'estensione pari al 40% dell'intero territorio degli Stati Uniti. Il progressivo innesto degli affluenti produce un crescente allargamento del fiume che nella Louisiana meridionale supera la larghezza di un km e mezzo ed un volume d'acqua variabile, tra stagione secca e piovosa, da 20 a 40 mila metri cubi al secondo. 
       Comunque, grazie alle diverse condizioni geologiche dei territori attraversati, il panorama offerto dal Mississippi è molto vario. Ben a monte della Louisiana, tra gli stati del Minnesota e del Wisconsin, vi sono tratti come quello chiamato Lago Pepin, in cui la larghezza si avvicina ai 5 km, mentre prima della congiunzione con il fiume Ohio esso scorre tortuosamente tra alture rocciose che scendono a picco strozzando visibilmente il suo corso. 

       LA BELLEZZA DE LAGO REELFOOT
      Tra gli eventi curiosi di cui è stato protagonista il Mississippi c'è anche la creazione di un lago. Tra i mesi di Dicembre del 1811 e Marzo 1812, una serie di violenti terremoti scosse una ristretta zona al confine nordoccidentale del Tennessee. La terra sprofondò, enormi alberi furono spezzati letteralmente in due e la corrente del fiume invertì il suo corso, rifluendo a monte per due giorni interi, riempendo l'immensa depressione che si era formata in un turbinio di onde gigantesche.

       Subito dopo, il fiume ritornò al suo corso normale e come unica traccia di questo sconvolgimento naturale rimase l'inquietante bellezza del lago Reelfoot, 18 miglia di acqua circondata da fitti boschi di querce e piante di cotone strette tra loro da un groviglio inestricabile di viti silvestri. 

UN PERCORSO TORTUOSO

       Un altro elemento caratteristico del tratto settentrionale del Mississippi sono le numerose isole ammantate di boschi rigogliosissimi. Superata la città di Cairo, dove in un unico punto confinano gli stati del Missouri, del Kentucky e dell'Illinois, il fiume si distende in un'ampia pianura alluvionale che, offrendogli una pendenza di pochi centimetri per chilometro lo costringe a rallentare decisamente il suo flusso.

       In questa zona le acque scorrono quasi sempre ad una altitudine leggermente superiore a quella delle campagne circostanti, con frequenti tracimazioni e conseguenti alluvioni nei periodi delle piogge.

       Qui il percorso delle acque si fa estremamente tortuoso (la distanza tra due punti diventa il doppio di quella in linea retta), con un susseguirsi incessante di anse e controanse che spesso tendono a riunirsi finendo per formare degli anelli che vengono abbandonati a se stessi dal fiume che, intanto, cerca e crea un nuovo alveo. 

IL FASCINO DEL GRANDE DELTA

       Ma il tratto più spettacolare del Mississippi è quello del suo delta che comincia a dipanarsi nel territorio della Louisiana, 400 km prima dello sbocco nel Golfo del Messico, poco dopo la congiunzione con il Red River. Qui, osserviamo il distacco di un ramo dalla corrente principale, battezzato Atchfalaya, che punta dritto al mare con un percorso più breve e trascinando con se' una imponente massa di acqua.

       Superata New Orleans, il corso del Mississippi si suddivide in decine di rami diversi formando un classico delta "a zampa d'oca" con molte bocche che avanzano progressivamente nel golfo.
       In prossimità del mare la profondità del fiume è ragguardevole e questo permette alle navi oceaniche di risalirlo per almeno 160 km, fino a New Orleans. E per altri 160 km., fino a Baton Rouge, la profondità si mantiene costante, senza ridursi mai a meno di 12 metri, sufficiente per permettere il transito di natanti di notevole tonnellaggio.
       Di qui si prosegue verso nord solo con grandi battelli a fondo piatto, con pescaggio limitato e spinti a poppa da una unica grande ruota. Utilizzando piccoli vapori e grandi chiatte, il traffico delle merci riesce comunque a spingersi fino a St. Paul, a 3 mila km dalla foce, e deviando sull'Ohio si può raggiungere tranquillamente Pittsburgh, con qualche problema solo durante i periodi di siccità. 

       ATTACCO A VICKSBURG
      Lo storico porto fluviale di Vicksburg abbraccia un'alta scogliera su una'ansa del Mississippi, 44 miglia a Ovest do Jackson. Durante la Guerra Civile grazie alla sua posizione dominante riuscì a bloccare tutte le navi dell'Unione spingendo Abramo Lincoln a definire Vicksburg "la chiave della Confederazione". La città fu uno degli obiettivi cruciali del Generale Grant che nella primavera del 1863 fece sbarcare le sue truppe a Sud del porto, le girò intorno per via di terra e la attaccò da Est.

       Dopo un assedio di 47 giorni i Confederati, in notevole inferiorità numerica, si arresero il 4 Luglio - data divenuta poi festa nazionale e che gli abitanti di Vicksburg si rifiutarono di celebrare per oltre un secolo – facendo dichiarare trionfalisticamente a Lincoln che "il Padre delle Acque è tornato a scorrere senza seccature verso il mare" 

UNA FISIONOMIA MULTIFORME

       L'unica turbativa al regolare svolgimento della navigazione mercantile lungo il corso del Mississippi è data dall'invisibile movimento dei detriti alluvionali che scorrono al di sotto dell'imponente ed evidente spettacolo delle acque che scendono al mare ora tumultuose, ora quasi immobili.

       Ogni anno si riversano nel Golfo del Messico non meno di 360 milioni di metri cubi di materiali solidi la maggior parte dei quali viene apportata dal fiume Missuri che drena incessantemente terra, sabbia e rocce dalle zone semiaride che attraversa. In tempi più recenti, l'incremento delle aree dedicate alle colture agricole ha modificato la struttura dei terreni, aumentandone le possibilità di erosione, e ciò ha contribuito ad accrescere la massa di detriti trascinata dal fiume che, essendo più mutevole, crea rapide variazioni di profondità dell'alveo con conseguenti rischi per le navi in transito le cui eliche sono messe in pericolo anche dai numerosi tronchi d'albero trascinati dalla corrente.
       Come appare evidente, dietro l'emozionante fascino del Mississippi si cela un fiume dalla personalità multiforme, imprevedibile e difficile da gestire. Il fatto stesso che a lui convergano acque provenienti dalle aree più diverse e lontane, fa sì che le ondate di piena si formino del tutto all'improvviso originando alluvioni devastanti.


       Un periodo prolungato di piogge in aree distanti anche mille chilometri dal suo corso, ma attraversate dalla fitta rete dei suoi affluenti, può causare dopo poche ore l'inondazione di migliaia di chilometri quadrati di terreni agricoli circostanti il suo corso centrale, con danni ingenti tanto alle colture che alle case, e grave rischio per le popolazioni coinvolte. In questi frangenti la massa delle acque cresce anche venti volte rispetto alla portata minima ed in anni di inondazioni particolarmente gravi a Cairo il livello dell'acqua si è innalzato anche di 16-17 metri. 

LE ALLUVIONI

       Se la ricchezza di acqua e la conseguente fertilità dei terreni contigui furono gli elementi che principalmente spinsero i primi pionieri a stabilirsi nelle pianure attraversate dal Mississippi, contestualmente essi furono costretti ad iniziare una dura battaglia per difendere i raccolti dalle periodiche, ma anche imprevedibili, alluvioni.

       Già nella seconda metà del Settecento iniziò la costruzione di possenti argini a difesa dei campi e degli insediamenti, argini che con il passare degli anni continuarono a crescere in altezza e ad estendersi in lunghezza fino a formare una linea interrotta che oggi corre senza soluzione di continuità da Cairo a New Orleans.

       Un investimento di milioni e milioni di dollari che sembra non avere mai prospettive di interruzione: l'inibizione a spandersi nelle pianure alluvionali costringe il fiume a depositare i detriti nel proprio alveo, elevarne il livello e richiedere ulteriori innalzamenti degli argini stessi, in una sorta di ciclo perverso che non sembra mai avere fine. Inoltre, se il sistema degli argini ha permesso un notevole sviluppo economico di questo territorio, il loro progressivo innalzamento ha aumentato notevolmente la violenza e la pericolosità delle alluvioni quando la forza del fiume riesce in qualche punto a travolgere queste difese artificiali.

       Anche per questo, negli ultimi decenni la autorità hanno cominciato a convincersi che gli argini non sono l'unica soluzione possibile ed hanno focalizzato i loro interventi nella costruzione di vie di sfogo che facciano defluire le acque in zone non a rischio prima che il letto del fiume raggiunga i livelli di guardia e possa travolgere gli sbarramenti che lo fiancheggiano. 

I GRANDI INSEDIAMENTI URBANI

       Diversamente da altre aree degli Stati Uniti, altrettanto fertili e ricche di risorse naturali, che per svilupparsi hanno dovuto attendere l'arrivo della ferrovia e la costruzione di un efficiente sistema stradale, la valle del Mississippi, grazie alla facilità delle comunicazioni lungo le vie d'acqua rappresentate dal fiume stesso e dalla rete dei suoi affluenti, fin dalla sua scoperta ha attratto un grande flusso di popolazioni che hanno sviluppato insediamenti urbani di grande rilievo e tuttora nevralgici nel sistema dell'economia americana. Infatti, anche se i traffici fluviali si sono notevolmente ridotti, questa resta, comunque, la dorsale principale per i trasporti di carbone, ferro e acciaio provenienti dal distretto di Pittsburg, del cotone prodotto negli stati meridionali, dei legnami che affluiscono dalle grandi foreste del Nord e della sabbia. 
       A monte di Cairo i grandi insediamenti sono in genere situati alla confluenza con i grandi affluenti oppure in prossimità di cascate e rapide che ostacolavano la navigazione e per questo diventavano punti obbligati di sosta per chi utilizzava la via d'acqua per i propri commerci. A valle, invece, proprio per scongiurare almeno in parte i rischi connessi alle inondazioni, le città si sono prevalentemente sviluppate sulle alture.

       Il Mississippi, quindi, si stende da Nord a Sud come una sorta di fil rouge che unisce e accomuna perle e gemme della più diversa natura. Il primo grande insediamento lungo il suo corso è Minneapolis, cresciuta proprio a ridosso delle cascate di St. Anthony, dove i battelli che risalivano il fiume erano obbligati a fermarsi da questo insormontabile sbarramento naturale. Proprio per questo, qui si svilupparono soprattutto segherie e mulini, ovvero le industrie di trasformazione delle principali materie prime che affluivano dai territori circostanti e venivano avviate via fiume verso i grandi mercati del Sud e dell'Est. 

LE CITTÁ DELLA MUSICA

       Poche miglia a valle, sorge St. Paul, la capitale del Minnesota, cresciuta come il capolinea di tutte le linee di navigazione del Mississippi ed arricchitasi con i servizi ed i commerci. Scendendo ancora troviamo Davenport dove, nel 1854, fu costruito il primo ponte sul fiume, una iniziativa che ne decretò l'immediato sviluppo commerciale portandola a divenire una delle più grandi città dell'area. 
       Superate Nauvoo, fondata da una comunità di Mormoni nel 1839 e Hannibal, immortalata dagli scritti di Mark Twain, si arriva a St. Louis, in origine misero villaggio di sole cinque strade situato alla confluenza del Mississippi con il Missouri, che conobbe la sua tumultuosa espansione solo quando, in seguito all'acquisto della Louisiana da parte della Confederazione, fu dato l'avvio alla conquista del West e la città si trovò all'improvviso ad essere il crocevia nevralgico delle via d'acqua e di terra che univano i territori orientali e quelli occidentali. 

       Superata Cairo, il fiume si inoltra nella grande pianura alluvionale e giunge a Memphis, antica capitale dei commerci di cotone, punto di arrivo di ingenti masse di afroamericani che convergevano qui quando riuscivano ad affrancarsi o a fuggire dalle piantagioni del Delta. Questa è la patria del blues, del soul e del rock'n roll, generi che hanno cambiato in tutto il mondo il panorama musicale di questo secolo e che hanno contribuito in maniera determinante a fare di questa città una delle mete più romantiche ed emozionanti di tutto il sud degli Stati Uniti. 

       LA NASCITA DEL DELTA BLUES
      Nel 1903, W. C. Handy, accreditato dalla leggenda come il "padre del blues", dirigeva un'orchestrina che accompagnava gli spettacoli di vaudeville. Una sera, mentre aspettava il treno alla stazione di Tutwiler, nella regione del Delta, gli si sedette accanto un negro male in arnese con una chitarra che cominciò a suonare quella che Handy definì "la più magica musica che io abbia mai ascoltato". Utilizzando un coltello da tasca premuto contro le corde che accentuava il tono melanconico della sua voce, l'uomo cantava che "stava andando dove la Southern attraversa la Dog" (due linee ferroviarie che si incrociano nella zona del Delta).

       In quel momento ed in quel luogo ideale nacque il "Delta Blues" che, combinando tecniche vocali e strumentali di tradizione africana con i canti degli schiavi nelle piantagioni ed i ritmi ballabili allora in voga nelle feste popolari, era caratterizzato principalmente dal duettare della voce con la musica, con la chitarra utilizzata per affiancarsi e far da complemento al canto, piuttosto che fornirgli semplicemente un sottofondo ritmico o melodico.

NEW ORLEANS CENTRO DI EMOZIONI

       A valle di Memphis ci si addentra nel Delta, un territorio dalle caratteristiche geografiche, paesaggistiche e sociali così particolari da farne identificare l'atmosfera con la personalità stessa del fiume. Parlando di Natchez, un tempo centro nodale dei traffici di cotone, si dice che qui "il cotone era re in terra ed il vapore era re sul fiume". Quel vapore che per due secoli è stato l'impalpabile elemento di unione tra rive sempre più lontane, tra città e villaggi sparsi nelle tante braccia in cui il Mississippi si ramifica nella sua corsa verso il Golfo del Messico, tra l'oceano e le terre acquitrinose del Delta, tra New Orleans ed il resto dell'America. 

       L'approdo a New Orleans è un'esperienza unica ed emozionante, un groviglio di sensazioni che sono l'America ed il contrario dell'America, troppe e troppo contraddittorie per poter essere spiegate razionalmente. Qui si ha la sensazione che l'anima del fiume si sia trasfusa alla città e ne sia nato un essere vivente gigantesco ma non mostruoso, che riesce a dirci tutto di se' solo attraverso i ritmi della sua musica ed i sapori della sua cucina.

VAI AGLI ITINERARI:


TORNA A