Il primo contatto suscita reazioni imprevedibili, nette ed opposte: fascino o repulsione. Poi, con il progredire della permanenza, odio e amore sono destinati a stemperarsi, lasciando spazio ad una progressiva accettazione di quanto c'è di buono e ad una ragionevole presa di distanze dai fenomeni più negativi espressi dalla società americana.
D'altra parte, è ben difficile avvicinarsi a questo paese senza preconcetti. Da decenni la maggior parte del nostro spazio televisivo è occupato da storie, cronache ed avvenimenti che hanno l'America come palcoscenico; e così la musica e il cinema.
In teoria, ciascuno di noi dovrebbe "conoscere bene" gli Stati Uniti ed invece, al primo impatto, ci si ritrova smarriti, seppur vagando per luoghi familiari, tra gente in tutto simile a noi.
Il guaio vero è che (da quasi un secolo) noi conosciamo l'America soprattutto attraverso i film e le serie televisive che, per essere rese comprensibili, vengono doppiate. Ovvero vediamo tutti i loro personaggi agire in un ambito americano ma parlando tra loro in italiano.
E per ottenere questo effetto, il doppiaggio deve procedere a due deformazioni di base: adattare il parlato ai movimenti della
labbra del personaggio che, in realtà, parla in inglese, e adattare il senso di quello che
dice (spesso deformandolo) al nostro modo di essere, sentire e agire.
Quando varchiamo l'Atlantico, ci troviamo immersi in un mondo del tutto diverso e la nostra reazione spazia dal disagio al rifiuto o alla rassegnazione.
Il consiglio è cercare di andare oltre il primo istinto e trarne occasione per trovare la spiegazione in alcuni fattori che sono l'essenza stessa della nazione americana e che vanno capiti per goderne al meglio gli aspetti positivi.
IL CONCETTO DI LIBERTà
Per ogni americano non c'è bene più prezioso della "libertà", salvaguardato ad oltranza anche a scapito di disagi e rischi personali.
Ne è esemplificazione estrema, il rapporto di lavoro: impegna le parti, sempre e comunque, per una sola settimana. Ogni lavoratore può essere licenziato il venerdì sera, ma gode anche della libertà di non essere impegnato ad andare al lavoro il lunedì mattina.
In nome di questa "libertà", l'Americano rinuncia a tutti i benefici della società assistenziale di cui godiamo noi europei. Le contraddizioni in nome della libertà toccano tutti gli aspetti della società americana fino al paradosso della bandiera a stelle e strisce: essa è il simbolo della libertà americana, una libertà così grande ed incondizionata che chiunque è "libero" di oltraggiarla, fino a bruciarla, senza commettere reato.
L'EFFICIENZA DELLA LEGGE
Questa libertà è garantita dalla legge, una legge diversa dalla nostra perché invece di porre barriere, traccia solo linee di demarcazione: chi la trasgredisce non è un "criminale" ma, semplicemente un "fuorilegge".
Non a caso, lo stato e le autorità non utilizzano mai la parola "vietato", sempre sostituita da "unlawful" o "illegal", ovvero "non conforme alla legge", "fuorilegge", appunto. Ed un atto diventa illegale solo nel momento in cui viene rilevato, accertato in quanto tale.
Per cui tutti gli automobilisti americani hanno a bordo un rilevatore dei radar della polizia (non è illegale possederlo ma è illegale usarlo!) e viaggiano oltre i limiti di velocità senza per questo sentirsi cattivi cittadini: lo diventano nel momento in cui vengono beccati, ed allora sanno che devono pagare.
LA SPERANZA DEL FUTURO
Il "sogno americano" non è una invenzione letteraria, ma una componente rilevante della psiche di ogni americano.
Tutto il sistema sociale è concepito e funziona per garantire ad ognuno, ed in ogni momento della sua vita, la possibilità di progredire e raggiungere i massimi traguardi. Ne è conferma il fatto che, nei colloqui di lavoro, è vietato chiedere al candidato la data di nascita, che mai potrà essere annotata tra i suoi dati personali.
Ogni Americano, in cuor suo, sogna di diventare Presidente degli Stati Uniti e questa speranza non lo lascia un momento nel corso della sua vita. Diversamente da noi, gli Americani non vanno in pensione, ma "si ritirano", decidono di smettere di lavorare, di non competere più. Quello è il giorno in cui realizzano che non riusciranno più a diventare Presidente e che tanto vale mettersi da parte.
Il nemico
Per quasi un secolo è stato il Comunismo. Dalla caduta del Muro di Berlino, il problema della Casa Bianca è stato inventarne di sempre nuovi, reali o virtuali.
Il "nemico" è il migliore collante dell'unità nazionale, quello che tiene insieme texani e newyorkesi, bianchi e neri, poveri e ricchi. Il giorno in cui non avranno più un nemico, l'America stessa si trasformerà in un concetto svuotato di ogni significato.
LE GRANDI DIMENSIONI
L'America è grande, in tutti i sensi, e come tutte le cose grandi può schiacciare come può offrire opportunità inimmaginabili.
Nel "grande" non si sopravvive se non ci si fa l'abitudine. Per gli Americani sono normali le grandi distanze, le estensioni sconfinate, i numeri iperbolici, le ricchezze inestimabili, le aggregazioni oceaniche, i consumi di massa, i record.
E per ognuno di loro non esiste mai la frustrazione di scomparire in quelle immensità. Anzi, nessuno si sente granello di sabbia, ma tutti hanno la coscienza di essere un ingranaggio indispensabile a costruire la grandezza della nazione americana.
La STANDARDIZZAZIONE
Una società basata sui grandi numeri, per non soccombere a se stessa, ha dovuto necessariamente standardizzare tutti i suoi processi e le sue produzioni. Superato il primo choc, qui tutto si rivela semplice, e facile.
Dagli indirizzi al conto del ristorante, dai distributori automatici alle procedure burocratiche, ogni particolare è concepito per non creare problemi, per rendere tutto usufruibile da chiunque, anche se immigrato dal più dimenticato paese del terzo mondo.
Alla lunga, noi europei ci accorgiamo che questo rende tutto uguale, che, superata la prima meraviglia, non c'è nessuna differenza tra essere a New York o a El Paso, e che ovunque la vita quotidiana finisce per essere noiosa.
Salvo rimpiangere amaramente questa scontata prevedibilità quando, tornati a casa, vaghiamo chilometri per raggiungere un determinato indirizzo, impazziamo far funzionare un rubinetto, non otteniamo risposta dai centralinisti, dobbiamo aspettare mesi per un pezzo di ricambio, anche se abbiamo comprato l'auto più banale che ci sia.
Mangiare e bere
Mangiare al ristorante è uno degli sport preferiti degli Americani e questo ha permesso il fiorire di una miriade di diverse tipologie di ristorazione, ognuna con il suo particolare concetto ispiratore, ora attinente la derivazione etnica, ora la scenografia, ora l'ingrediente caratterizzante il menù (pesce, crostacei, carni, ecc.), ora il tipo di servizio.
· Classificazione dei ristoranti
I luoghi in cui si mangia si dividono in tre categorie:
I RESTAURANT, caratterizzati da due elementi principali, il servizio (il personale vi accoglie all'ingresso e vi assiste fino a quando ve ne andrete) ed il fatto che si mangia con piatti e posate. All'interno di questa categoria si distinguono i ristoranti con tovaglia (table cloth) e quelli senza, cui corrispondono diversi livelli di servizio e di prezzo.
I DINERS, poco diffusi nelle grandi città e molto presenti nei piccoli centri del Midwest, offrono un'ampia gamma di piatti, principalmente cucina americana. L'atmosfera è informale, i tavoli sono fissi e sempre ben separati gli uni dagli altri ma i posti più ambiti sono quelli del lungo bancone con gli immancabili stool (alti agabelli) e servizio diretto. Nei locali più piccoli si è spesso serviti direttamente dal cuoco.
Le EATERIES, caratterizzate da un livello minimo di servizio (in pratica, lo sbarazzo del tavolo), dal fatto che ci si serve da soli e che si mangia in piatti (ma, più spesso, vassoi) e con posate di plastica.
I FAST FOOD, in cui nessuno si cura del cliente e che servono cibi che si mangiano senza utilizzare piatti e posate. Una volta terminato di mangiare si deve provvedere a sbarazzare il tavolo e riporre vassoio e rifiuti negli apposti contenitori.
· Regole di comportamento
Per gli Americani, andare al ristorante è un rito molto formale, per cui, da un capo all'altro del paese, è sacro il rispetto di talune regole, ancorché non scritte.
ABBIGLIAMENTO: al ristorante si va vestiti decentemente. Fino a pochi anni fa era perentorio indossare giacca e cravatta (ed in molti esercizi entrambe venivano fornite d'ufficio all'ingresso).
Ora questa rigidità si è allentata ma soprattutto nelle città del Nord Est (ed in particolare nei table cloth restaurant) e nelle cittadine di provincia, il cliente in maniche di camicia può trovarsi a disagio e quello in t-shirt può non essere ammesso.
ACCESSO: non ci si può addentrare nella sala liberamente, ma bisogna attendere all'ingresso che un cameriere ci scorti al tavolo che avrà ritenuto quello giusto in relazione alle nostre esigenze (numero di persone, presenza di bambini, fumatori o non, ecc.).
ORDINAZIONE: si devono ordinare subito tutte le portate, fatta eccezione per il dessert, che sarà scelto a fine pasto in un menù a parte.
CAPRICCI: non si può derogare da quanto scritto nel menù. Fanno eccezione, talvolta, i ristoranti di fascia alta, soprattutto in ossequio ai prezzi che praticano e il livello della clientela che li frequenta, e, spesso, i ristoranti italiani, caratterizzati da una gastronomia che permette più facilmente l'introduzione di varianti estemporanee che non sconvolgono la linea di produzione della cucina.
SIGARETTE: non si fuma al di fuori degli spazi in cui è permesso.
MANCIA: bisogna lasciare una mancia pari al 15% del conto e, in difetto, si deve motivare il fatto per cui non la si lascia. Se ciò sarà imputato alla scarsa qualità dei piatti invece che al cattivo servizio, sarà il ristoratore stesso a rimborsare al cameriere la mancia non percepita.
AVANZI: il cliente ha il diritto di portarsi a casa la parte di cibo che non ha consumato.
Questo diritto è esercitato con grande rigore dalla clientela americana, di qualunque livello essa sia, ed anche i ristoranti più raffinati sono organizzati con contenitori che permettono a professionisti di fama e signore ingioiellate di portarsi a casa quello che, con uno spudorato eufemismo, viene definito "doggy bag" ovvero, il sacchetto per il cane.
· Specialità regionali
Nella generale standardizzazione che caratterizza la ristorazione americana, soprattutto nei livelli medi e bassi, emerge una grande varietà di cucine regionali che possono solleticare il turista curioso e portarlo a scoperte interessanti. Di fianco alle imperanti cucine italiana, francese, messicana e cinese, stanno emergendo ristoranti che si dedicano ad etnie più specifiche e, soprattutto, che mescolano diverse ispirazioni regionali con risultati talvolta sorprendenti. Sono considerate emergenti la cucina californiana, quelle degli stati del Sud (cajun, creaola, tex-mex) e quella giapponese. Da non tralasciare, comunque, l'esperienza di una cena in una tradizionale steak-house, in qualunque grande città e, soprattutto, se si è in viaggio nel Midwest o nel Texas.
· I luoghi e le regole del bere
Topping e Dressing
Nella sostanza, il cibo quotidiano degli americani ha poca varietà di scelte e sapori. Eppure, ogni americano è convinto di esprimere al massimo il proprio io nel momento della scelta del cibo. Questa convinzione è data dalla filosofia del topping e del dressing.
Fatta eccezione per i ristoranti "stellati", quando ordinate un'insalata o qualunque altro piatto che lo preveda, il cameriere vi chiederà quale topping o dressing preferite. Ovvero quale tipologia di salsa, crema o condimento gradite siano aggiunti o con cui volete sia condito un cibo.
Topping e dressing sono la "personalizzazione" con cui ogni americano esprime il suo ego a tavola. Poco importa che le varie portate abbiano tutte lo stesso sapore: scegliendo e dosando le salse, ogni commensale crea il "suo" sapore ed anche un hamburger diventa (almeno per lui) una ricercatezza.
LO SPORT
Lo sport, inteso come spettacolo sportivo cui partecipare da spettatori, è parte integrante della vita di ogni americano e frequentare i luoghi dello sport può essere una esperienza divertente che aiuterà a capire meglio lo spirito di questo paese.
Gli sport di team nazionali, baseball, football, basket e hockey, sono praticati sia a livello professionistico che universitario, con un proliferare di tornei che si intensificano via via che si scende a livello locale.
Le partite più spettacolari, sia per ambientazione che per partecipazione del pubblico, sono quelle dei tornei professionistici, ma anche quelle tra college locali non sono da meno in quanto a scenografia, agonismo e tifo.
· Baseball
Ogni team gioca in media oltre 160 partite in un anno, quindi è abbastanza facile assistervi, ovunque ci si trovi.
Gli stadi delle grandi città, in
cui competono i team del
campionato professionistico,
sono strutture che vale la
pena di vedere anche solo dal
punto di vista architettonico.
Il baseball, inoltre, è uno degli
sport meno costosi e non è
mai un problema procurarsi i
biglietti, anche recandosi allo
stadio all'ultimo momento.
· Football
La situazione è sostanzialmente opposta a quella del baseball. Si gioca prevalentemente in brutti stadi comunali, sempre affollatissimi; i biglietti sono carissimi e pressoché introvabili. In alternativa allo stadio, può essere divertente seguire una partita nei bar sovraffollati di tifosi vocianti davanti ad un televisore.
· Basket
Sport seguitissimo, si gioca in tutto il paese ed è facilmente accessibile. Da non perdere, le grandi partite che si disputano al Madison Square Garden di New York.
· Hockey
Sport nordico e Canadese per eccellenza, ha visto la sua popolarità dilagare sempre più a Sud, dove team come il Los Angeles ed il Dallas ormai competono alla pari con quelli del Nord. Biglietti cari e difficili da trovare.
IL CLIMA
Il clima è caratterizzato da una grande variabilità, non solo da regione a regione e da stagione a stagione, ma da giorno a giorno e, talvolta, da un'ora all'altra.
Tutto il Nord America è soggetto a brusche variazioni delle condizioni meteorologiche, determinate soprattutto dai venti occidentali che spazzano il continente dall'area pacifica fino alla costa atlantica. Nonostante questo, è possibile identificare dei criteri generali applicabili alle varie aree geografiche.
Quadro climatico generale e regionale
· Nord Est, dal Maine alla capitale Washington: precipitazioni relativamente modeste, temperature invernali rigide, estive elevate, con livelli di umidità spesso insopportabili.
· Florida: un piccolo paradiso con estati mitigate dal mare ed inverni tiepidi e piacevoli.
· Grandi Pianure: soggette tanto ai gelidi venti artici provenienti dal Canada, quanto a quelli caldi ed umidi provenienti dal Golfo del Messico, sono caratterizzate da inverni gelidi e molto nevosi, soprattutto nell'area prossima ai Grandi Laghi, ma il fenomeno non risparmia nemmeno gli stati più a Sud, fino a quelli affacciati sul Golfo del Messico.
· Stati del Sud, l'estate è la stagione di gran lunga più piovosa ed ogni anno almeno un paio di uragani impazzano nell'area compresa tra la Florida e gli stati del Southwest
· Montagne Rocciose: clima condizionato dall'altitudine, con inverni rigidi ed innevati ed estati fresche (talvolta calde, ma mai torride) e piacevoli.
· Southwest: clima caldo e secco che ha dato luogo a vaste zone desertiche e fa registrare, in città come Las Vegas e Phoenix, lunghi periodi in cui la temperatura non scende mai al di sotto dei 35 C.
· Stati pacifici del Nord Ovest: clima più simile a quello Europeo, caratterizzato da inverni piovosi, primavere tiepide ed estati calde, ma senza eccessi.
· California: un paradiso climatico con personalità diverse. San Francisco è fresca e piacevole in ogni mese dell'anno; Los Angeles è calda e fortemente condizionata degli elevati livelli di smog; il Sud, è secco e asciutto; il Nord presenta variazioni stagionali più marcate, con inverni ricchi di neve.
VACANZE ALL'ARIA APERTA
La natura del territorio americano è di incomparabile bellezza ed ovunque, ed anche in prossimità delle popolose città della costa atlantica, si trovano oasi naturali che valgono una vacanza.
Per apprezzare fino in fondo queste mete vale la pena decidere per una full-immersion che sarà resa facile e piacevole dalla dovizia di servizi che in ogni area vengono attivati per rendere confortevole questo particolare tipo di turismo.
La rete dei campeggi americani, sia pubblici che privati (il KOA è il network privato più diffuso) è fittissima e ovunque, è possibile campeggiare nel massimo comfort con poca spesa.
Dispongono tutti di toilet e docce, talvolta con acqua calda a gettone, piazzole delimitate e ben distanziate, spesso attrezzate con barbecue, panche e tavolo. Spesso dispongono anche di lavanderia a gettone, minimarket e locali in cui si può cucinare.
Per campeggiare liberamente nei terreni demaniali (che rappresentano oltre il 50% del territorio americano e che si concentrano intorno ai parchi statali e nazionali) è sufficiente ottenere un "Wilderness Permit" (talvolta gratuito, spesso al costo di pochi dollari) online o presso il più vicino ufficio dei rangers del parco.
Gli "RV" (recreational vehicles) sono uno dei mezzi preferiti dagli Americani per le loro vacanze. Vengono noleggiati completi di biancheria e stoviglie, cui si possono aggiungere gli accessori desiderati. Anche i modelli più economici dispongono di bagno con doccia, cucina a gas, frigorifero, boiler, riscaldamento ed aria condizionata. In quelli di dimensioni maggiori si aggiungono freezer, forno a microonde e televisore. In tutti gli Stati è vietato parcheggiare liberamente i camper durante le ore notturne ed è quindi obbligatorio pernottare nei campground (ma se ne trovano veramente ovunque).
Ogni campground è dotato di servizi specifici per i camper che possono scaricare i serbatoi delle acque nere, fare provvista di acqua e ricaricare le batterie. Nei migliori campground, ogni piazzuola è dotata di presa di corrente, di acqua e di scarico.
UNITÁ DI MISURA
Gli europei manifestano una insanabile idiosincrasia verso le unità di misura americane e inglesi
(più correttamente dette "imperiali") e sono pronti a scatenare conflitti in difesa nel nostro sistema decimale che considerano "perfetto".
Eppure, ad ammorbidirli basterebbe la considerazione che la matematica nasce per risolvere problemi pratici. Noi affrontiamo quotidianamente problemi pratici con i quali ci interfacciamo
attraverso la geometria (ovvero: collocandoli nello spazio).
La matematica è un'astrazione dei problemi pratici che aiuta a risolverli ma, una volta risolti, li riconduciamo alla praticità.
Per questo, le tanto vituperate unità di misura "imperiali" (piede, pollice, yard, miglio) nella conversione da matematica a geometria (ovvero da teoria a pratica) funzionano meglio:
Il piede si può dividere per 2, 3, 4, 5, 6, 8, ottenendo sempre misure finite; il 10 fornisce misure finite solo se lo dividi per 2 e per 5. Se lo dividi per 3 ha già una misura imprecisa, ovvero 3,3 periodico, quindi infinito.
Eppure, a occhio, quasi tutti riusciamo a percepire che in una stanza la parete A misura un terzo della parete B. Ma, se la parete B misura 10 metri, usando il sistema decimale, la parete A avrà un valore infinito (3,3 metri periodico).
Comunque, a salvare il viaggiatore europeo, corre in soccorso la funzione "calcolatrice", presente negli smartphone che tutti abbiamo in tasca. In più, raramente abbiamo bisogno di effettuare valutazioni al millimetro o al millilitro e per risolvere i piccoli problemi quotidiani di un viaggiatore è sufficiente anche una misurazione approssimativa. Basta tenere a mente queste poche equivalenze:
VAI A:
TORNA A