La palma di epicentro dell'artigianato piemontese della ceramica spetta sicuramente alla cittadina di Castellamonte, nel Canavese, dove la tradizione si perpetua da tempo immemorabile. Qui, per secoli, sono stati prodotti incessantemente oggetti umili ed indispensabili alla vita quotidiana quali scodelle, piatti, orci, pignatte e stoviglie; al punto che i suoi abitanti venivano chiamati in tutto il Piemonte con l'appellativo bonario ed ironico di "pignater". È una tradizione, questa, che vede gli albori nel buio dei secoli e delle trasmissioni orali di memorie, ma è sicuramente dal periodo degli antichi Salassi che si hanno cenni reali dell'attività ceramica locale; e numerose sono le anfore, pàtere, lacrimatoi e lucerne ritrovate in zona e risalenti al periodo Romano. Benché ancora oggi si producano soprattutto stoviglie di uso domestico, tra le quali si distinguono le caratteristiche pignatte panciute con piccoli manici, di un bel colore rosso chiaro, l'odierna notorietà è dovuta alle grandi stufe in ceramica smaltata, eccellenti manufatti di antica tradizione che, da qui, vengono esportati in tutto il mondo.
Le antiche produzioni ceramiche si perpetuano anche nella zona di Mondovì, soprattutto a Villanova e Chiusa Pesio, in provincia di Cuneo, caratterizzate soprattutto da stoviglie da tavola e ornamentali, in particolare statuette di soggetto religioso e piastrelle decorative, cui recentemente si sono aggiunti piatti dipinti a mano raffiguranti scene di campagna o animali.
A Vinovo, in provincia di Torino, invece, si producono mattoni fatti a mano ed elementi architettonici in terracotta, ricavati da antichi stampi in legno tuttora in uso, in un numero incredibile di forme.
Quello della ceramica e della terracotta é sicuramente il comparto artigianale più diffuso della Puglia, favorito, nei secoli, anche dalla ricchezza di cave di argilla rossa. Il centro di produzione più importante è Grottaglie, in provincia di Taranto, che ne ha fatto per secoli, la sua principale fonte di ricchezza. In città si è sviluppato un vero e proprio quartiere delle ceramiche, detto "li camenn're" (da "camini"), con molte botteghe ancora oggi ubicate in grotte. In passato, qui si producevano principalmente oggetti d'uso comune (stoviglierie, contenitori per vino, acqua, componenti per l'edilizia in genere). Da tempo, alle produzioni tradizionali, si affiancano manufatti sempre più raffinati, frutto di una ricerca che guarda al futuro senza dimenticare il passato e che ha reso le ceramiche di Grottaglie famose nel mondo. Sino al secolo scorso anche a Laterza, sempre in provincia di Taranto, era fiorente una pregiatissima produzione di maioliche caratterizzate da linee classiche e colori intensi su fondo bianco che oggi si sta tentando di recuperare.
Altri interessanti centri dediti all'arte ceramica si trovano in provincia di Foggia, (Serracapriola e a Torremaggiore), nel Barese (a Gravina in Puglia, Monopoli e Capurso, con una certa predilezione per gli oggetti in terracotta grezza), e in provincia di Lecce (a Cutrofiano, Ruffano, Trepuzzi, e San Pietro in Lama), dove si producono ancora le caratteristiche lucerne a olio dalla caratteristica smaltatura verde.
Oltre alle produzioni classiche, d'uso comune o decorative, tra gli oggetti caratteristici della produzione pugliese sono da ricordare gli splendidi i presepi artistici, le acquasantiere e le bambole legate alla leggenda dello ius primae noctis.
Tra le produzioni più curiose, infine, meritano una segnalazione i "fischietti", realizzati spesso in forma antropomorfa (il carabiniere, i prete, il guerriero, ecc.) o di animali o fiori e frutti, sempre decorati con colori molto vivaci. I centri in cui la produzione dei fischietti è diventata una vera e propria istituzione locale sono Rutigliano, in provincia di Bari, e Ostuni, in provincia di Brindisi, dove questi oggetti diventano il pretesto per divertenti manifestazioni e feste popolari.