Pur con caratteristiche di variabilità, nei Grigioni prevale il clima freddo dell'alta montagna.
Le zone esposte a Sud o beneficiate da un'altitudine più modesta, come le valli che conducono in Italia, godono di un clima più mite di quelle rivolte a Nord o circondate dai grandi massicci montuosi e dai ghiacciai.
Le condizioni più favorevoli si riscontrano nell'Alta Engadina, grazie alla sua conformazione e alla forte irradiazione solare.
Regione prevalentemente montuosa, ricca di ghiacciai, torrenti, cascate, foreste e pascoli, il cantone dei Grigioni offre grandi contrasti fra una parte e l'altra al punto che, percorrendo solo pochi km, si può passare da in un ambiente quasi polare e villaggi tra i più elevati d'Europa, a campagne in cui il melograno fiorisce all'aperto.
Il rilievo è costituito da catene e massicci non molto alti che, però, si innalzano su una base molto più elevata di quella delle altre montagne svizzere, conferendo altitudine notevole anche a tutte le vallate.
Il Cantone dei Grigioni conta 186.000 abitanti (su un totale della Svizzera di circa 7 milioni) e comprende all'incirca 7.100 chilometri quadrati, un sesto del territorio svizzero.
Circa 30.000 persone abitano nella capitale Coira che é uno degli insiediamenti più antichi della Svizzera. Il 63% della popolazione è occupato nei servizi, il 26% nell'industria e nell'artigianato, mentre l'agricoltura e l'economia forestale assorbono il restante 11%.
Contrariamente alla maggior parte degli altri cantoni svizzeri, in cui prevale sempre una delle quattro lingue nazionali, nei Grigioni si parlano comunemente tre lingue diverse, il tedesco (65% della popolazione), l'italiano (1%) e il retoromancio (17%).
Con il termine "retoromancio", si identifica non una, ma un complesso di lingue e dialetti distinti tra loro, seppure tutti di matrice neolatina.
Benché la capitale dei Grigioni, Coira, sia stata storicamente una delle più importanti sedi vescovili dell'intera Svizzera, da secoli, nel cantone, la popolazione si divide pressoché equamente tra cattolici (50%) e protestanti (44%), pur con concentrazioni geografiche delle singole confessioni.
Questo ha determinato un proliferare di insediamenti religiosi che arricchiscono, anche dal punto di vista artistico e culturale, perfino i più sperduti villaggi di montagna.
Nel 15 A.C. i Romani si stabilirono nell'attuale territorio dei Grigioni, realizzando un imponente sistema stradale e istituendo la provincia della Retia. Alla caduta dell'Impero la parte settentrionale fu occupata dagli Alemanni, cui subentrarono gli Ostrogoti e, quindi, i Franchi che nel 536 separarono i Grigioni dall'Italia, facendo dipendere il potente arcivescovado di Coira da Magonza e non più da Milano.
Il potere feudale del vescovo-conte si sgretolò con l'avvento delle Corporazioni e della Riforma. Nel periodo della rivoluzione francese, i Grigioni fecero parte della Repubblica Elvetica e nel 1803 entrarono nella Confederazione.
Grazie alla elevata altitudine ed alla limitata urbanizzazione, il territorio dei Grigioni si è conservato come una sorta di riserva protetta in cui hanno potuto prosperare al meglio tutte le varietà e le specie delle Alpi Orientali, in cui primeggiano, per imponenza e bellezza, i pini cembri, i pini mungo, i pini silvestri, i larici e i rododendri.
Nei Grigioni si conta, forse, la maggior concentrazione di specie selvatiche di tutto l'arco alpino.
In particolare, nel Parco Nazionale Svizzero, è possibile osservare con relativa facilità individui appartenenti a varietà altrove scomparse o in via di estinzione, quali stambecchi, camosci, cervi, daini, martore, volpi, donnole, gufi, covette, galli cedroni ed aquile reali.
Grazie alla natura prettamente alpina della regione, quasi il 50% del suolo è costituito da terreni improduttivi. Per la parte restante, poco più del 15% è occupato da foreste, il 35% da campi, pascoli e prati e appena il 2% da colture arboree.
Le coltivazioni più diffuse sono quelle dei cereali (soprattutto orzo e segala, quindi grano, mais, ecc.), degli ortaggi e degli alberi da frutto.
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