ACCATTONAGGIO

 

Del 1590 è un documento col quale la Repubblica si preoccupava di tener lontano i mendicanti, specie "li montagnari mendicanti” spinti sulla costa dalla fame. Comunque, sembra che nel 1925 un "professionista" guadagnasse in media 10,45 lire il giorno (molti impiegati non arrivavano a 300 lire mese), e ben pochi frequentavano il Massoero (v.).
Famosa è rimasta Elena di Portoria, affetta da demenza con delirio ambizioso: diceva d'essere parente del Re, o fidanzata del principe ereditario; andava in giro carica di medaglie (ma la gente diceva che era fidanzata di Carubba, altro celebre accattone). Non chiedeva l'elemosina: intratteneva in conversazioni i passanti, i quali finivano col darle qualcosa.

ACQUEDOTTO CIVICO

 

L'inizio della sua costruzione si può datare dal 1071, cioè poco tempo dopo l'abbandono dell'antico acquedotto romano del quale esistono ancora alcuni ruderi e che risale al tempo delle lotte fra Roma e Cartagine (lo stesso periodo, cioè, della costruzione della Via Aurelia).
Naturalmente, c'è stata tutta una serie di trasformazioni successive. "Bronzino" era chiamata l'unità di misura per l'acqua da vendere.
Durante i lavori si dovettero superare non poche difficoltà tecniche. Nominato architetto del ponte-sifone, Aicardo scrisse a Galileo Galilei il 27 luglio 1630 per ottenere chiarimenti appunto sui sifoni: Galilei rispose che "se fosse stato domandato prima il suo parere, la spesa fatta per il sifone avrebbe potuto essere risparmiata: data l'impossibilità del quesito".
L’idea di pressione atmosferica non gli era troppo chiara, evidentemente.

ALBERGHI

 

Così si chiamarono le unioni di famiglie in cui ciascuna abbandonava il proprio cognome per assumere quello, appunto, dell'Albergo. Fu un'istituzione voluta dai nobili vecchi di origine feudale, e formò l'ossatura della riforma aristocratica di Andrea Doria nel 1528.
Nella nuova costituzione, per formare un Albergo si chiedevano sei case aperte in Genova e solo a chi era in tale posizione avrebbero potuto essere assegnate le cariche pubbliche.
Si fissò un numero di 28 Alberghi che non doveva più mutare, per legge; di questi, solo 4 erano di nobili popolari:

Giustiniani, Promontorii, Sauli, Defranchi. Gli altri 24 sono l'elenco dei nomi più antichi di Genova, e designano le famiglie Calva, Cattanea, Centuriona, Cibo Cicala, Doria, Fieschi, Fornari, Gentile, Grillo, Grimaldi, Imperiale, Interiana, Lercari, Lomellina, Marini, Negra, Negrona, Pallavicina, Pinella, Salvaga, Spinola, Usodimare, Vivaldi.


Soltanto i vecchi nobili, infatti, erano in grado di possedere più case aperte in città, per l'uso frequente d'imparentarsi fra di loro. Rimasero escluse, per aver avvolto la Repubbllca ln disastri e lotte intestine, le grandi famiglie popolari degli Adorni, Fregosi, Guarchi è Montaldi.

ALESSl

 

Nato a Perugia, Galeazzo Alessi fu trai maggiori architetti del suo tempo; chiamato a Genova verso la metà del 1500, nel periodo cioè di massimo sviluppo edilizio rinascimentale culminante con la costruzione della Strada Nuova, esercitò enorme influenza su tutti i suoi colleghi, tanto che gli furono attribuiti anche lavori da lui mai eseguiti.
Certamente sue la Villa Cambiaso, la Porta del Molo, la Chiesa di Carignano in cui risalta chiara la fondamentale romanità della sua arte, alcuni palazzi di Via Garibaldi.

Sapeva adeguarsi al tipo di città che incontrava: per Genova creò il palazzo signorile di media importanza, minore delle regge che i prìncipi romani potevano permettersi ma sempre monumentale, dal volume architettonico pieno e compatto, rispondente anche alla prima formazione michelangiolesca dell'Alessi (il quale tuttavia seppe spingere Luca Cambiaso ad abbandonare la giovanile imitazione dello stile di Michelangelo, per una più personale pittura che di quell'esperienza pur tenesse conto).

ALIMENTAZIONE

 

Un esempio riferito all'anno 1840. i 114.000 abitanti di Genova spendevano in media 0,665 lire (nuove) il giorno. Considerata una famiglia di cinque persone, di classe artigiana, si calcolava:

                               Lire
Minestra                 0,45
Cena                      0,40
5 lb. pane               0,55
Vino                        0,50
Totale                     1,90

 

Per cena si deve intendere il “secondo” (il nostro autore dice "insalata, o farinata o cosa simile"). Ma un operaio non arrivava a guadagnare 1,90 lire/giorno, motivo per cui la spesa indicata doveva essere ridotta a 1,5 lire massimo.
E questo, naturalmente, solo per mangiare.

ANDREA DORIA

 

Visse più di novant'anni (14661560, esercitando su Genova un'enorme influenza. Aveva cominciato dal niente, come semplice marinaio, e con le sole sue capacità personali ottenne tutto. Nel 1528 smise di lavorare per i Francesi passando al servizio dell'imperatore Carlo V; nello stesso tempo, volle una riforma costituzionale che riconsegnava il potere in mano alla vecchia nobiltà feudale '(la quale dai tempi di Simone Boccanegra era estromessa da incarichi di governo).
Si fece chiamare "Padre della Patria", si fece regalare un palazzo in Piazza San Matteo, si fece erigere un busto in Palazzo Ducale, si fece esentare da ogni imposta. Non volle cariche pubbliche di governo: si accontentò di mantenere il controllo effettivo su ogni decisione all'ombra degli spagnoli.

Suo grande merito fu quello di aver capito che ormai la Repubblica marinara era soltanto un nome, e che nell'Europa dei grandi stati unitari si poteva sopravvivere soltanto attaccandosi a qualche “carro”.
Capì che Genova avrebbe potuto continuare la sua antica potenza in forma nuova: coi suoi banchieri e con i mercanti cui la "protezione” spagnola aveva aperto lucrose prospettive.
Il Rinascimento genovese inizia con Andrea Doria: ma alla magnificenza degli affreschi che ornavano le volte dei grandi saloni, e all'imponenza dei palazzi della Strada Nuova, corrisposero le continue umiliazioni cui la Repubblica abbandonata doveva sottostare.

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