ANTIQUARI NOTTURNI

 

ll mercato delle antichità è sempre più esteso. Alcuni anni fa scomparve la Madonnina di Piazza delle Erbe, che da tre secoli era nella sua nicchia sulla facciata d'una casa; poco dopo, una Madonna con Bambino venne divelta dal suo abitacolo sotto l'arco di Porta dei Vacca: era in marmo bianco opera di un artista del sei-settecento.
Non si tratta di casi isolati: i furti avvengono la notte sotto gli sguardi di un pubblico pàrticolare. Anche a Genova crescono gli intenditori d'arte.


BACINO GALLEGGIANTE

 

Dopo l'entrata in funzione dei moderni bacini alle "Grazie", la sua necessità venne meno; fu fatto a pezzi, ricavandone alcuni grossi pontoni.
Varato nel 1873 completamente in legno, fu in esercizio nelle acque antistanti la calata Nord del Molo Vecchio, ammarato con pesantissime ancore. Si trattava d'un originale esperimento, e l'inizio non fu facile: inconvenienti ai compartimenti stagni e alle paratie causarono le prime difficoltà; in seguito, numerose infiltrazioni d'acqua costrinsero a mettere delle "pezze” sotto la carena.
Nonostante ciò, e nonostante le aspre critiche suscitate, l'opera dette i suoi frutti, permettendo, a esempio, la ripulitura e riparazione dei grossi postali dell'epoca.

BALILLA

 

Nel 1746 la Repubblica di Genova non poteva certo permettersi una politica autonoma. Per soprawivere, occorreva seguire con attenzione il gioco delle potenze, i continui mutamenti di alleanze, e cercare di schierarsi col più probabile vincitore. Scegliere la protezione di Francia e Spagna significò in quell'anno subire l'occupazione degli austriaci al comando di un Botta Adorno desideroso di vendicarsi per le offese portate dalla Repubblica alla sua famiglia. Milioni di genovine (moneta d'oro del valore di lire 100 coniata a Genova nel XVIII secolo) furono pretese dall'occupante, mentre la soldatesca agiva in modo tanto vessatorio da spingere il popolo alla rivolta.

Questo fantomatico Giambattista Perasso - il giovane Balilla - più che personaggio vero va inteso come il simbolo dell'orgoglio popolare ritrovato nel momento di massima tensione.
Gli austriaci furono cacciati da Genova e lasciarono 1000 morti e 4000 prigionieri.
Ancora una volta sui patrizi genovesi grava il sospetto di viltà e connivenza con i nemici: non era la prima occasione in cui il senato istigava nascostamente il popolo a ribellarsi, senza mai mettersi però direttamente alla sua testa, sicché in caso di fallimento fosse ben pronto a sconfessare l'operato dei . soliti sovversivi abbandonati così a un triste destino, mentre rapporti "amichevoli” con gli occupanti potevano sempre esser mantenuti.

BANCHIERI

 

Nella seconda metà del 1500, proprio in piena crisi politica della Repubblica divenuta appendice della corona di Spagna, i banchieri genovesi divennero i più potenti d'Europa oscurando persino la fama dei Fugger con gli enormi prestiti a Carlo V e Filippo II.
Accanto al nome di Andrea Doria, troviamo sempre più spesso, a esempio, quello di Adamo Centurione, il più ricco della città, la cui figlia non a caso divenne moglie di Giannettino Doria. Dalle bancarotte cui i governi europei andavano spesso soggetti, i nostri banchieri si cautelavano facendosi concedere dai sovrani amministrazioni speciali e appalti di imposte che davano lauti introiti, indipendentemente dal rimborso del prestito.
Così poteva accrescersi la fortuna dei privati cittadini, proporzionalmente all’impoverimento anch'esso crescente di tutti gli esclusi.

BANCO Dl SAN GIORGIO

 

Già nel secolo XII la Repubblica, impegnata in continue spese per guerre e armamenti, fu costretta a ricorrere a prestiti pubblici garantiti, i quali avrebbero dovuto essere estinti gradualmente ma riuscirono soltanto ad aumentare col tempo. I creditori si riunirono in una Gasa detta Banca di San Giorgio, provvedendo alla riscossione dei tributi che andavano ad ammortizzare capitali e interessi dovuti loro dalla Repubblica, e in breve divennero una potente istituzione po,litica, uno Stato nello Stato. ll Banco innalzò nel 1466 una statua a Francesco Vivaldi, vissuto nel XIV secolo e inventore del moltiplico ossia-- delle. operazioni di interesse composto.
ln effetti il Banco di San Giorgio fu una delle più splendide glorie d'Italia: divenne insuperato maestro di scienza finanziaria per tutta l'Europa, i suoi istituti e regolamenti rappresentano un grande patrimonio di civiltà.

Ma era anche il simbolo del passaggio del potere effettivo dallo Stato a un gruppo di privati ed è per questo che la riforma voluta negli anni che seguirono la Rivoluzione francese (1797) pose fine agli antichi privilegi e in definitiva decretò la morte del Banco.
L'edificio che ora è sede del Consorzio Autonomo del Porto, risulta dall'unione di un primo nucleo architettonico medioevale (1257) con un nuovo fabbricato (dalla parte a mare) che si addossa al primo sull'angolo di mezzogiorno e di ponente e che risale al 1571, cioè al pieno del Rinascimento genovese.


SCOPRIAMO GENOVA, VOCE PER VOCE...