In Abruzzo, la separazione tra artista e artigiano è quanto mai labile. Per rendersene conto, basta visitare l'ex convento di Santa Maria degli Angeli a Castelli, in provincia di Teramo, dove piatti, ciotole, vasi e grandi ceramiche del '500 sono affiancati ad dipinti e sculture senza alcun senso di sudditanza.
Lo stesso vale per gli orafi di Sulmona, che hanno avuto in Ciccardello di
Francesco, cesellatore del '300, l'iniziatore di un percorso artistico mai interrotto, e per gli intagliatori e i fabbri le cui opere primeggiano nella basilica di Santa Maria del Colle, a
Pescocostamzo.
Da tanto nobili matrici, si è sviluppato un artigianato che ancora oggi spazia dall'oreficeria ai merletti, al rame sbalzato, al legno intagliato, al ferro battuto,
condotto su due filoni paralleli, uno di matrice popolare, attento alle esigenze del quotidiano, dove la funzionalità prevale sulla ricerca estetica, ed uno "eletto", erede e custode di tecniche
e segreti artistici secolari, di un patrimonio prezioso che merita di essere salvaguardato.
LA CERAMICA
Castelli, sulle pendici del Gran Sasso, è la capitale storica della ceramica d'arte abruzzese, sviluppatasi tra il '500 e gli inizi dell’'800 e tramandata fino ai giorni nostri.
La produzione spazia dalle repliche storiche a creazioni moderne, firmate da artisti rinomati, ad un abbordabile assortimento di oggetti per la casa.
In paese, oltre ad acquistare vasi, piatti e ciotole istoriati, con i tipici disegni in stile rinascimentale, in blu, giallo e ocra, è anche possibile visitare i
laboratori e ammirare i ceramisti all'opera.
Da Castelli, l'arte della ceramica si è poi diffusa in molti altri centri, dove si sono sviluppati numerosi distretti tra i quali si distinguono, per vivacità e
personalità dello stile, quelli di Ortona a Mare, Palena e Fara Filiorum Petri, in provincia di Chieti, Loreto Aprutino, in provincia di Pescara e Raiano, in provicia di L'Aquila
L'OREFICERIA
Tra il '200 e il '500, l'artigianato orafo italiano ha conosciuto in Abruzzo uno dei suoi momenti di massimo splendore. È in quel periodo che gli orafi e gli argentieri di Sulmona hanno realizzato produzioni di altissimo livello di cui il "paliotto" argenteo cesellato da Nicola da Guardiagrele per il Duomo di Teramo, è l'esempio più eclatante.
La massima concentrazione di capolavori (soprattutto croci, calici e ostensori) la si trova nelle piccole e grandi chiese di tutta la regione, mentre la produzione
"d'uso", legata al costume e di chiara impronta popolare, si è sviluppata più tardi, nella seconda metà del '500, soprattutto a Scanno e Pescocostanzo.
La produzione attuale, per lo più anelli, collane e spille di grande originalità, continua ad ispirarsi ai canoni della tradizione abruzzese in cui predomina il
metallo, piegato abilmente ad evocare ornamenti floreali, "riccioli" inglesi e decori gotici.
IL FERRO E IL RAME BATTUTI
In Abruzzo, la significativa presenza di artigiani del rame battuto è dovuta alla secolare presenza, lungo la costa adriatica, di una forte comunità di gitani, abilissimi i questo tipo di lavorazione.
Oggi, i centri di produzione del rame battuto sono sparsi in tutta la regione, da Alfedena, in provincia di L'Aquila, a Ortona e Vasto nel Chetino, a Tossiccia, in
provincia di Teramo, quindi nella Marsica e nell’area di Sulmona. Essi operano in un mercato vivace che richiede soprattutto conche, ramaioli, paioli, padelle, stampini per dolci e molti altri
oggetti per la cucina e per la casa.
L'artigianato del ferro battuto, invece, si è sviluppato a L'Aquila, Loreto Aprutino, Città S. Angelo, Pescocostanzo, Charino e Guardiagrele, ed è anch'esso mirato in
primo luogo a soddisfare le richieste di oggetti per la casa, quali portafiori, alari e accessori per il camino, griglie, lampadari e lumi da giardino.
IL LEGNO
In una terra montuosa ed ammantata di boschi, la capacità di produrre oggetti in legno di uso quotidiano, più che una dote, è sempre stata una necessità.
Da questa dimestichezza quotidiana con la materia, si sono poi sviluppate professionalità più approfondite che hanno portato alla nascita di una vera e propria scuola
di intagliatori, i cui manufatti fanno ancora bella mostra di se' nelle chiese e nei conventi, dove abbondano le suppellettili finemente lavorate, i bassorilievi e le statue a tutto
tondo.
Oggi, i migliori intagliatori operano a Loreto Aprutino, Pretoro, Popoli, Pescocostanzo, Campli, Scoppito, Ovindoli e altri paesi della fascia montana. Arischia, poco
lontano da L'Aquila, è invece il maggior centro di produzione di "madie", i caratteristici mobili utilizzati un tempo per riporre e conservare il pane, e perfetti oggi per dare un tocco di
autentica rusticità ad una cucina.
I CONFETTI
I confetti, nella loro apparente semplicità, sono un tale concentrato di valori simbolici che raramente ci si chiede quale sia la loro tecnica di produzione. Eppure, realizzarli non è impresa alla portata di qualsiasi pasticcere è richiede grande abilità.
Mettendo da parte le leggende, la loro origine sembra possa risalire alla fine del '400, per poi affinarsi nei conventi di clausura delle Clarisse.
È indubbio, comunque, che il confetto prende la sua forma definitiva nell'Ottocento e che da allora la tecnica base per realizzarlo, fatta di successivi passaggi nella "bassina", una sorta di bacinella metallica in cui lentamente le "anime" di mandorla si rivestono di zucchero e prendono forma, non ha più subito cambiamenti.
APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
In Abruzzo, l'artigianato è doppiamente integrato nel contesto sociale: da una parte sono abruzzesi gli artigiani che in un vivace turnover generazionale alimentano produzione e innovazione, dall'altra sono sempre abruzzesi i suoi principali clienti, una sorta di zoccolo duro che ne permette la sopravvivenza. Proprio per questa ragione, la migliore offerta la si potrà trovare nelle tante "fiere di paese", tutte mirate a soddisfare le aspettative delle popolazioni locali, piuttosto che quelle dei turisti.
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