La Basilicata è una regione dalla doppia personalità, vissuta nell'immaginario collettivo come terra di frontiera, ultimo avamposto di una società rurale e pastorale che sta scomparendo, e al tempo stesso protagonista dei più eclatanti fenomeni di industrializzazione, prima regione italiana per incremento delle esportazioni, unica riserva petrolifera apprezzabile del nostro paese, teatro dei più avanzati esperimenti di organizzazione del lavoro aziendale.
In questo contesto, la vera salvezza dell'artigianato lucano è determinata dalla sua natura profondamente popolare, dal fatto che attraverso i secoli è stato sempre espressione di cultura, senza mai conoscere il guizzo capace di trasformarlo in comparto economico.
Così, è accaduto che quando sono arrivate le fabbriche, i robot e le trivelle per l'estrazione del petrolio, le attività artigianali non sono state d'intralcio, non sono entrate in conflitto con il nuovo modello sociale che si andava delineando e, pur con una fisiologica perdita di addetti, hanno potuto perpetuarsi, spesso più solide perché meno condizionate dall'imperativo di produrre reddito.
IL LEGNO
Nelle chiese di tutta la Basilicata è un susseguirsi di testimonianze sulla forma più nobile dell'artigianato lucano, quello del legno.
Gli esempi più straordinari dell'arte degli intagliatori risalgono fino al '400 e sono conservati nel duomo di Matera e nelle cattedrali di Tramutola, Rivella e Lauria,
nel Potentino, statue policrome e cori, ma anche fregi, cornici, portali e balaustre. Quest'arte antica è perpetuata ancora a Avigliano, in provincia di Potenza, ed è applicata con particolare
cura anche ad oggetti "minori", quali piattaie, panche e tavoli, e a una lunga serie di piccoli oggetti rituali di ispirazione bizantina.
Del filone degli oggetti d'uso casalingo, di matrice pastorale, invece, sopravvive qua e là la produzione di utensili finemente lavorati in legno di faggio, noce e
ciliegio, tra i quali meritano particolare attenzione le posate e i marchi da pane diffusi nella provincia di Matera, intagliati con decorazioni che raffigurano animali.
I METALLI
Fabbri e ramai sono stati per secoli i personaggi chiave delle piccole comunità lucane, costrette, per la loro condizione di isolamento, a risolvere autonomamente qualunque problema di ordine pratico.
Benché un tempo diffusa capillarmente, la lavorazione del rame è stata maggiormente penalizzata dal diffondersi delle materie plastiche e dai contenitori di produzione industriale.
Qua e là, comunque, singoli artigiani continuano ad operare più per passione che per soldi, fatta eccezione per Tricarico, dove è fiorente la produzione di oggetti in rame, liscio e sbalzato, e la piccola località di Rivello, in provincia di Potenza, dove l'antica lavorazione della "rama rossa" si è trasformata in un comparto trainante dell'economia locale.
Più diffusa, invece, la lavorazione del ferro battuto, come pure quella di oggetti in latta (lucerne, oliere e recipienti vari), con particolare concentrazione di artigiani a Policoro e Stigliano, in provincia di Matera, per il primo, e a Trecchina, in provincia di Potenza, per i secondi. Sempre in provincia di Potenza, infine, a Terranova di Pollino, si perpetua l'antica lavorazione dei rustici coltelli con custodia in legno.
LA TERRACOTTA
Legata alle esigenze primarie di ogni comunità, la lavorazione di recipienti in terracotta è presente in Basilicata ben prima dell'arrivo dei Greci.
Questa forma di artigianato, pur non essendosi mai evoluta verso le forme più raffinate della ceramica (con l'unica eccezione, di recente tradizione, di Venosa e
Lavello, nel Potentino), ha continuato ad essere praticata fino ai giorni nostri, impegnando bravi artigiani localizzati soprattutto a Grottole, in provincia di Matera, dove si producono orci e
anfore in terracotta che vengono lavorati nelle grotticelle scavate nel tufo, che danno il nome al paese, e Calvello, in provincia di Potenza, dove si realizzano piatti e vasellame con superfici
vetrificate a colori chiari.
Non mancano le produzioni curiose, legate ad antiche tradizioni popolari, come le trombe di terracotta di Melfi, nel Vulture, e i “cuccù” di Matera, fischietti a forma
di gallo con i quali, in maggio, viene clamorosamente accompagnato il pellegrinaggio alla Madonna di Picciano.
TESSUTI E RICAMI
In Basilicata, la produzione di tessuti, merletti e ricami è sempre stata un'arte raffinata ma difficilmente ancorabile al concetto di "mestiere".
Si esercitava nelle case e la destinazione dei preziosi manufatti era principalmente quella di arricchire la dote che accompagnava le figlie nel momento del matrimonio. Oppure si lavorava intensamente per addobbare le immagini votive nelle chiese, o per rendere più ricchi i paramenti dei sacerdoti e degli altari.
Con impegno minore di un tempo, questa attività prosegue, soprattutto nelle campagne e nei piccoli centri ed eventuali acquisti sono possibili trattando direttamente con i privati.
Sul fronte della tessitura, invece, meritano attenzione gli artigiani di due piccoli centri del Potentino, Avigliano e San Paolo Albanese. Nel primo si perpetua l'antica tradizione dei tappeti annodati, mentre nel secondo si fila e si tesse la ginestra ricavandone un ampio arco di prodotti che spaziano dagli arazzi alle bisacce, ai grembiuli.
L'OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA
Quello lucano è uno dei primi territori del nostro meridione in cui, fin dal XVI secolo a.C., i commercianti fenici hanno introdotto la pianta dell'ulivo.
Sui declivi di queste colline di origine vulcanica e argillosa, questa coltura ha trovato un habitat naturale ideale, dove il soffio caldo dei venti africani si alterna ai rigori dell'inverno, creando contrasti che si materializzano in un prodotto dalle caratteristiche organolettiche superiori, lavorato ancora rigorosamente con macine in pietra e spremitura a freddo.
Le zone della Basilicata che si distinguono per il particolare pregio del loro olio extravergine di oliva sono il Vulture, le Colline del Ferrandinese e le Colline Materane. L'olio del Vulture ha un sapore moderatamente fruttato associato a un colore verde con riflessi giallognoli.
Quello delle Colline del Ferrandinese è di colore giallo oro con riflessi verdi e al gusto si rivela meno fruttato, con sapore particolarmente delicato.
L'olio delle Colline Materane, infine, può essere considerato quello dalle caratteristiche gustative più aggressive, con un fruttato molto pronunciato ed un colore verde brillante venato da qualche bagliore dorato.
APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
Pur con le sue grandi potenzialità, la Basilicata non è al centro di grandi flussi turistici che, altrove, hanno permesso lo sviluppo di una rete di botteghe e mercatini in cui anche il visitatore occasionale ha la possibilità di trovare i prodotti dell'artigianato tipico locale.
Qui, per far compere, bisogna rassegnarsi a vagare paese per paese, nella speranza che il bagaglio di informazioni acquisito sia valido e tuttora aggiornato, magari con l'aggiunta di un pizzico di fortuna.
L'unica alternativa è non lasciarsi sfuggire le tante manifestazioni popolari, per lo più di natura religiosa, nelle quali non manca mai un corollario mercantile, ma genuino, dedicato all'artigianato e alla gastronomia locale.
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