I mosaici che ornano l'antica basilica di Aquileia sono uno dei più eclatanti esempi di un artigianato artistico che in Friuli-Venezia Giulia affonda le sue radici millenarie in una storia ricca e complessa: una tradizione che si sviluppa ininterrottamente dal periodo preromano a oggi, passando attraverso gli splendori classici, la raffinata oreficeria longobarda, il lavoro solido e continuo con cui la popolazione locale ha tratto dai materiali più disparati gli oggetti d'uso quotidiano e quelli d'ornamento.
LE PANTOFOLE
In Friuli – Venezia Giulia, tra le tante attività artigianali che hanno dato vita a veri e propri settori industriali, vi è quella, a suo modo curiosa, della produzione delle pantofole. I laboratori che si dedicavano a questa attività, un tempo erano diffusi un po' in tutto il territorio, soprattutto nelle zone di pianura.
Di qui, le pantofole venivano diffuse nelle regioni circostanti da un agguerrito manipolo di venditrici ambulanti che affiancavano questa attività a quella tradizionale
del lavoro dei campi.
Oggi, comunque, in particolar modo nella zona di Gonars, Fagagna, e San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, di fianco alle numerose piccole e medie industrie del
settore, prosperano anche i laboratori caratterizzati da una lavorazione tipicamente domestica delle pantofole friulane, molto apprezzate per la morbidezza, la solidità ed il look
tradizionale.
LA TESSITURA E IL MERLETTO
Un'ampia sezione del Museo carnico delle arti e tradizioni popolari di Tolmezzo è dedicata ai tessuti d’arte della Carnia, una produzione sviluppatasi soprattutto nel '700 su impulso di Iacopo Linussio che, valorizzando le attività artigianali già esistenti a livello domestico, diede vita ad un centro di produzione di tessuti a livello pre-industriale.
Questa attività, che riscosse grande successo commerciale in tutta Europa, sopravvive in vari distretti della regione e, soprattutto, a Villa Santina, in provincia di
Udine, dove i tessuti prodotti con telai a mano vengono anche arricchiti con preziosi ricami.
A Gorizia, invece, si producono merletti in vari stili tradizionali che contendono il primato regionale del pregio a quelli realizzati a Basiliano e Codroipo, in
provincia di Udine.
IL MOSAICO
La tradizione del mosaico, presente nella regione fin dal periodo romano, negli anni Venti è stata ripresa e rinnovata a Spilimbergo, in provincia di Pordenone, grazie all'attività della Scuola Mosaicisti del Friuli.
I mosaicisti formati in questa scuola applicano nella loro attività esattamente le stesse tecniche utilizzate per realizzare gli splendidi mosaici pavimentali realizzati in epoca imperiale romana ad Aquileia, in provincia di Udine, che prevedono l'utilizzo di piccole tessere in vetro opaco di vari colori, modellate con il caratteristico martello a mezzaluna e poi fatte aderire al supporto per mezzo di cementi speciali.
La produzione attuale spazia dalla riproduzione di mosaici antichi ad opere di stile moderno, in particolare ritratti, molto caratterizzate dalla personalità dell'autore.
IL RAME E IL BRONZO
L'antica arte della lavorazione a sbalzo del rame, tipica delle zone di montagna, ha trovato in un altro prodotto friulano di alto artigianato, la grappa, lo stimolo per un deciso rilancio con la produzione di alambicchi, sempre più richiesti dalle piccole distillerie.
Prosegue, comunque, anche la produzione di oggetti tradizionali, soprattutto nell’Ampezzano, in Val Resia, a Pordenone e a Gemona e Majano, in provincia di Udine. Insieme alla lavorazione degli oggetti a sbalzo, sopravvive quella della fusione del rame e del bronzo, tecnica con la quale si producono prevalentemente candelabri e tradizionali recipienti da camino, chiamati "bronzins".
IL FERRO
Il ferro è uno dei materiali più presenti nell'arredamento della casa tradizionale friulana, negli accessori degli infissi e dei grandi camini, in cui le complesse
strutture assolvono mirabilmente la doppia funzione di decoro e funzionalità.
Maniago, in provincia di Pordenone, è uno dei centri dove la lavorazione tradizionale del ferro è tuttora vitale (vi è ancora in funzione una fucina, attiva da più di
400 anni, specializzata soprattutto nella produzione di attrezzi agricoli). Maniago è diventata famosa per produzione di coltelli e forbici, molti creati appositamente per usi speciali o
agricoli, lavorati a mano, con manici in legno, corno e madreperla.
A questo filone trainante, si è da qualche tempo affiancata la produzione di repliche di antiche armature, spade, pugnali e mazze ferrate, destinate al mercato del
collezionismo e dello spettacolo
L'artigianato del ferro battuto, è comunque diffuso in tutta la regione, soprattutto a Gorizia e, in provincia di Udine, a Paularo, Forgaria nel Friuli e Remanzacco,
dove la produzione spazia dalle cancellate alle inferriate, agli alari da camino, ai candelabri.
IL LEGNO
L'artigianato del legno è fra i più antichi e diffusi in tutta la regione. Alcune lavorazioni hanno trovato anche sbocchi industriali, come le sedie, con la maggiore produzione italiana nel cosiddetto "triangolo della sedia" fra Manzano, Corno di Rosazzo e S. Giovanni al Natisone e i mobili, concentrati nella "zona del mobile" tra Brignera, Prata e Pasiano di Pordenone.
Non manca, poi, una produzione più limitata e preziosa di mobili intagliati e decorati e un'originale filone di oggettistica in legno (tra cui anche pregiati strumenti
musicali), realizzata da intagliatori che operano soprattutto in Carnia (Sutrio, Paluzza, Tolmezzo, Villa Santina, Paularo), ma anche a Udine, Trieste, Aurisina e in Valcellina.
Di grande interesse sono anche le maschere tradizionali, che stupiscono per la fantasia che ha ispirato i loro autori. Purtroppo gli artigiani che le scolpiscono con
forme ora eleganti, ora paurose o grottesche, sono sempre meno e la loro produzione è finalizzata all'impiego nelle tradizionali feste di carnevale di alcuni paesi di montagna.
LA BROVADA
Uno dei sapori più straordinari della cucina friulana non viene quasi per nulla esportato e, praticamente, si può gustare solo in
loco: è la "brovada" (o "borada"), una conserva vegetale tipica e tuttora prodotta solo a livello artigianale, elemento ineludibile dei menù tradizionali di questo territorio.
La brovada viene preparata in autunno, sovrapponendo in un tino vari strati di vinacce e rape mondate unicamente delle foglie. Il tino viene colmato con un ultimo
strato di vinacce, quindi posto a fermentare per almeno 4 mesi.
Per consumarle, le rape vengono tagliate a fettine sottili, quindi fatte cuocere con poco olio insieme ad un quantitativo variabile, a seconda dei gusti, di guanciale e musetto di maiale.
Oltre in questa preparazione, che è sicuramente la più classica e quella che primeggia in assoluto nella cucina popolare, la brovada viene speso servita in abbinamento ai fagioli che, dopo essere stati lessati, vengono fatti insaporire insieme alle rape cotte per una decina di minuti.
APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
Le amministrazioni locali friulane sono molto attive e fortemente impegnate nella promozione turistica.
Questo ha determinato il moltiplicarsi delle manifestazioni, soprattutto nel periodo estivo, spesso create di sana pianta traendo spunto da episodi della storia o della leggenda. In questa sovrabbondanza di offerta, è talvolta difficile orientarsi ed effettuare scelte che permettano di godere delle tante occasioni straordinarie per genuinità, tradizione e valore storico.
Tra le tante, soprattutto per chi è alla ricerca di oggetti dell'artigianato localemeritano una segnalazione particolare l'antico mercato della "Sagre di place" di Paluzza, la "Sagra dei Sést", mostra-mercato dei cesti e degli oggetti lavorati in giunco di Polcenigo e la Fiera di Santa Caterina di Udine, che perpetua da oltre 500 anni la sua antica tradizione di "fiera franca".
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