Benché nell'immaginario collettivo la Lombardia si
configuri come la regione più industrializzata d'Italia, in moltissime zone il peso dell'agricoltura continua ad essere prevalente e questo trascina con se' il sopravvivere di una diffusa
"mentalità" artigiana che permette in perpetuarsi di numerose attività che, con grande probabilità, il modesto riscontro economico avrebbe portato inevitabilmente
all'estinzione.
A questo, soprattutto nei grandi centri urbani, si è associata, negli ultimi decenni, una decisa rivalutazione delle "abilità manuali", soprattutto da parte di chi,
grazie alle attività industriali, ha potuto raggiungere livelli di vita di consolidato benessere. Per cui, nella stessa Milano e negli altri grossi capoluoghi della regione, si trovano (e sono in
crescita) botteghe in cui si esercitano tradizionali attività artigianali, spesso radicalizzate nell'applicazione delle antiche tecniche di lavorazione.
IL FERRO
Non è casuale che le zone di Brescia e Lecco siano epicentro di una fiorente industria siderurgica. Lo sfruttamento dei giacimenti minerari di cui erano ricche le valli
lombarde, unito all'abbondanza di legname e alla forza motrice ricavata dai corsi d'acqua, permise di sviluppare, tra il XVII ed il XVIII secolo, un fiorente artigianato della lavorazione dei
metalli, presto tramutatosi in un'industria vera e propria.
Fortunatamente, di fianco a complessi industriali di enormi proporzioni, hanno trovato mercato antiche attività che riescono a prosperare nonostante applichino
metodologie di lavorazione apparentemente antieconomiche.
Gli esempi più significativi di artigianato storico si possono riscontrare in Valcamonica, nel bresciano, dove si producono ancora attrezzi agricoli utilizzando antichi magli azionati ad acqua, oppure a Premana, in provincia di Como, fra le montagne della Valsassina: qui, un tempo gli abitanti emigravano in massa verso Venezia, dove per una strana combinazione di eventi finivano tutti per lavorare nelle botteghe da fabbro.
Le competenze acquisite hanno permesso a questi artigiani di percorre il percorso inverso, dando l'avvio, a partire dalla fine dell'Ottocento, ad una fiorente produzione di coltelli che, con il tempo, ha imposto Premana come uno dei più importanti centri mondiali per la produzione di forbici e coltellerie, che spaziano dai modelli industriali e di design moderno ad attrezzi per usi speciali, soprattutto agricoli, dalle forme molto particolari, e lavorati interamente a mano.
LE ARMI
La tradizione degli armaioli lombardi è assai antica e documentata, soprattutto nella città di Milano che, tra il. '500 e il '600 esportava armi in tutta
Europa.
Durante tutto il Rinascimento, quando nella costruzione delle armature si passò dalla maglia di ferro alle piastre d'acciaio, la produzione degli artigiani milanesi
raggiunse elevati livelli di apprezzamento e grande fama internazionale. Nello stesso periodo, ala produzione di armi si sviluppò notevolmente anche a Lecco, Bergamo, e, soprattutto, nell'area
della provincia di Brescia.
Gardone Val Trompia è ancora oggi un centro importante per la fabbricazione di armi (qui ha sede la Beretta, azienda di livello internazionale, fondata nel 1680) e le
originarie fabbriche artigianali si sono evolute in vere e proprie industrie, leader nel settore a livello mondiale.
Parallelamente, però, si assiste ad una forte espansione di aziende che producono, con procedimenti del tutto tradizionali, perfette riproduzioni di armi antiche che, grazie alla meticolosa cura in tutti i particolari, compresa la scelta dei materiali (si tratta di armi vere e proprie, perfettamente funzionanti) sono apprezzate sia come oggetti da collezione, sia da gruppi di amatori che si dedicano allo studio e al riutilizzo, soprattutto a livello agonistico, delle armi ad avancarica.
IL VETRO
Tra i meriti da ascrivere al Duomo di Milano vi è sicuramente quello di aver creato e mantenuto vive innumerevoli forme di artigianato che, diversamente, non avrebbero neppure avuto modo di svilupparsi. Tra queste, importantissima, quella delle vetrate d'arte, che si è perpetuata ininterrottamente dagli inizi della costruzione fino a pochi decenni fa.
Questo ha determinato il formarsi di una vera e propria scuola vetraria lombarda che, con il ridursi delle commesse destinate alla decorazione dei luoghi di culto, si è
costantemente rinnovata, cogliendo al balzo le opportunità offerte dalle varie correnti estetiche, con momenti di rinnovato splendore a partire dal travolgente affermarsi del Liberty.
Oggi, i laboratori di lavorazione artistica del vetro sono sparsi un po' in tutta la regione e rappresentano un settore in costante fermento, dove spesso il confine tra
arte ed artigianato diventa impalpabile.
Come attività derivata, merita di essere ricordata quella sviluppatasi a Bellagio, in provincia di Como, diventato ormai un importante centro per la produzione di bocce
in vetro leggero soffiato, quindi dipinto e decorato, usate per addobbare gli alberi di Natale.
LA CERAMICA
Chi "ne sa" di ceramica, associa immediatamente le parole "Vecchia Lodi" con lo stile caratterizzato da vivaci decorazioni a fiori policromi, creato nel corso del Settecento dai ceramisti lodigiani, già apprezzati e contesi in tutta la Lombardia fin dal XV secolo.
L'artigianato della ceramica, quindi, vanta antiche e gloriose tradizioni ed è tuttora vitale, anche se, contrariamente a quanto accade di solito, per questo settore non si è sviluppato un polo di aggregazione geografica, fatta eccezione per la città di Laveno, in provincia di Varese, diventato ormai un importante centro di produzione delle ceramiche da tavola, molte delle quali conservano ancora forme particolari di carattere tradizionale.
Gli attuali laboratori sono sparsi un po' in tutta la regione, anche se la più alta concentrazione la si riscontra a Milano, dove l'estro dei singoli operatori ha preso il sopravvento sui filoni estetici tradizionali, fatta eccezione per i grandi vasi smaltati di colore verde scuro, un tempo utilizzati soprattutto per la conservazione dei cibi, i quali continuano a trovare fedeli compratori.
IL LEGNO
La presenza di grandi estensioni boschive in tutta la fascia alpina e prealpina della Lombardia, è stata sicuramente il primo forte incentivo per lo sviluppo delle
attività legate alla trasformazione del legno. Solo quando il mercato si è consolidato e le richieste hanno costretto gli artigiani ad industrializzarsi, si è verificata una generalizzata discesa
a valle delle aziende che, in questo modo, hanno dato vita alla nascita di alcuni poli produttivi del mobile tra i quali quello della Brianza resta il più grande ed il meglio
organizzato.
Delle antiche produzioni, sopravvive quella degli oggetti da cucina, concentrata soprattutto in Valtellina (in particolare Morbegno, in provincia di Sondrio) e nella
valle Imagna, in provincia di Bergamo, e quella delle botti, con uno sparuto numero di artigiani concentrati nella zona vinicola per eccellenza, l'Oltrepo Pavese.
Ad Abbiategrasso, infine, è tuttora fiorente la produzione di sedie rustiche impagliate, che hanno riconquistato il favore di molti consumatori grazie al mix vincente
di robustezza, comodità e aspetto accattivante.
LE PIPE E LE TABACCHIERE
Quello delle pipe in radica è un mercato difficilissimo, caratterizzato da una clientela esperta e raffinata, capace di riconoscere e apprezzare solo i prodotti che rasentano la perfezione.
Questi consumatori hanno da tempo decretato il successo dei laboratori specializzati di Cantù, in provincia di Como, e Gavirate, in provincia di Varese, che si fanno apprezzare soprattutto per l’accuratezza nella scelta del materiale e per la finezza dell’esecuzione.
Dalle mani degli stessi artigiani escono anche altre tipologie di oggetti, quali tabacchiere e scrigni in radica e altri legni pregiati, spesso intarsiati in argento, disponibili in disegni che spaziano dalle forme tradizionali a quelle più moderne.
GLI STRUMENTI MUSICALI
Amati, Guarnieri, Stradivari: dal '500, i nomi di questi tre cremonesi rappresentano la massima espressione della liuteria italiana e sono la matrice di un artigianato raffinatissimo che si concentra, oltre che a Cremona, anche a Mantova e Milano.
A Crema, in provincia di Cremona, e Cuvio, in provincia di Varese, invece, continua la produzione di organi, mentre Stradella, in provincia di Pavia, mantiene viva la
tradizione delle fisarmoniche, quasi a dispetto del dilagare di musiche che ne ignorano il prezioso contributo.
Il revival della musica folcloristica, infine, ha segnato una ripresa della produzione dei “firlinfoeu”, ovvero i flauti di pan, attiva da tempo immemorabile in Brianza
e nel Bergamasco.
LA PIETRA OLLARE
Dalle cave della Valmalenco e della Val Chiavenna si estrae da secoli la pietra ollare, una roccia dal colore grigio verdastro, tenera appena estratta (quindi facilissima da lavorare) e sempre più dura con il passare del tempo.
Qui viene lavorata prevalentemente al tornio per ricavarne caratteristiche pentole che vengono poi munite di un manico di ferro.
Se ne può ammirare una splendida collezione nel Museo storico, etnografico e naturalistico di Chiesa in Valmalenco, in provincia di Sondrio, dove sono ben documentati i vecchi metodi di lavorazione.
LA TESSITURA E IL RICAMO
I lunghi inverni delle zone di montagna, con la neve che costringeva a forzata inattività, hanno da sempre facilitato lo sviluppo di attività artigianali che richiedevano soprattutto tempo, concentrazione e abilità manuali. Questi elementi sono all'origine della più tipica attività tessile della Lombardia, sviluppatasi in Valtellina con la realizzazione di un particolare tipo di tappeto rustico, chiamato ”pezzotto”.
Questi tappeti sono realizzati ancora oggi a Chiuro, Livigno, Sacco, Rasura e Morbegno, in provincia di Sondrio, lavorando fili di canapa su grandi telai a mano,
combinandoli con striscioline ritorte, ritagliate da altri tessuti fino ad ottenere semplici disegni geometrici di grande effetto cromatico.
In Brianza, invece, è ancora viva la raffinata produzione della "trina milanese", un'attività che conobbe un momento di grande splendore nel XVII secolo, quando i
preziosi manufatti delle donne del luogo erano contese dalle più ricche famiglie di tutta Europa.
GLI INTRECCIATI
A dispetto della plastica, nella montagna lombarda sopravvive e prospera la produzione di gerle e cesti. Apprezzati un tempo per la praticità e la robustezza, i contenitori
ottenuti dall'intreccio di vegetali vengono oggi apprezzati per le forme essenziali e per il tocco di calore e naturalità che danno alla casa. Oltre che nelle aree montane, questi artigiani si
sono concentrati a Oggiono, in provincia di Como, e Besozzo, Brebbia, Travedona, e Monate, in provincia di Varese, ma le loro produzioni si trovano facilmente anche frequentando le fiere e i
mercati. delle valli bergamasche e bresciane.
Con la stessa materia prima e tutt'altra tecnica, gli artigiani di Lurago d’Erba, in provincia di Como, si sono specializzati nella produzione di mobili e complementi
d'arredo in giunco. Non mancano, infine, le attività curiose, come quella di Cicognara, in provincia di Mantova, specializzata nelle scope di saggina, e quella di Coccaglio, in provincia di
Brescia, dove si fabbricano manici di frusta.
LA BRESAOLA
In Valtellina e Valchiavenna, la produzione artigianale della Bresaola sopravvive nonostante la spietata concorrenza dei salumifici
industriali che inondano il mercato con prodotti all'apparenza simili, ma ben diversi per lavorazione, stagionatura e sapore.
Per ottenere la "vera" bresaola si utilizzano ben determinate parti della coscia del manzo (la punta d'anca, lo scamone, la noce, la sottofesa e il magatello) che, una
volta ripulite di grassi e nervetti, vengono conciate a secco per 10-15 giorni immergendole in una mistura di sale, pepe, cannella, chiodi di garofano e aglio pestato, in quantità decrescente in
proporzione all'altitudine in cui avviene il trattamento.
Al termine della salagione, le bresaole vengono ben ripulite e rivestite con budello naturale, quindi poste ad asciugare per almeno
10 giorni in un locale fresco e a basso tenore di umidità. Segue un periodo di stagionatura, che può variare da uno a 3 mesi a seconda della dimensione dei singoli pezzi, durante il quale le
bresaole subiscono un calo di peso che può raggiungere il 40%.
Con una tecnica simile, vengono preparate anche bresaole a base di carne di cavallo e di cervo, molto ricercate dai gourmet, ma sempre più difficili da
reperire.
APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
Il diffuso benessere che caratterizza i grossi centri urbani della Lombardia ha contribuito a sviluppare un notevole interesse verso i prodotti di artigianato artistico, sia contemporanei che di antiquariato. Questo ha determinato la rinascita di antichi mercatini e manifestazioni dedicate a questi prodotti, parallelamente ad un fiorire di nuove iniziative, sorte tanto sull'onda della moda che per supportare iniziative locali di promozione turistica che, spesso, esauriscono il loro ciclo vitale nel corso di una o due stagioni.
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