Il Molise è una terra curiosa, piena di contraddizioni, capace di lanciarsi nella modernizzazione con un impeto che rasenta l'autolesionismo, ma al tempo stesso così profondamente gelosa delle sue tradizioni da mantenere in vita mestieri e produzioni ormai fuori dal tempo, come la produzione delle zampogne o delle campane, e farli prosperare contro qualunque razionale prospettiva.

       Così, in controtendenza rispetto alla maggior parte delle altre regioni, negli ultimi anni l'interesse per le attività artigianali ha ripreso slancio, coinvolgendo con lo stesso entusiasmo tanto i produttori che i consumatori, riportando all'eccellenza produzioni le cui qualità estetiche e funzionali erano già note ai tempi della civiltà sannita e della successiva dominazione romana. 

LE CAMPANE

       Ad Agnone, in provincia di Isernia, nel Medioevo si contavano numerose famiglie dedite all'arte di fondere campane, una tradizione che non si è mai interrotta anche se oggi viene perpetuata unicamente dalla Pontificia Fonderia Marinelli, nota ormai in tutto il mondo per i suoi capolavori.

       La capacità di lavorare il bronzo, comunque, ha trovato ad Agnone altre forme di espressione, e insieme alle campane di ogni tipo e misura (tra le quali abbondano quelle con decori e iscrizioni celebrative) al turista viene offerta la possibilità di acquistare (o farsi realizzare su disegno) targhe, medaglioni, oggetti decorativi, bassorilievi, sculture e busti di personaggi famosi. 
       La lavorazione dei metalli è diffusa anche in altri centri, come Oratino e Riccia, in provincia di Campobasso, dove gli artigiani si sono specializzati nella produzione di oggetti di uso quotidiano della tradizione contadina e pastorale e di contenitori in rame battuto dal sapore antico, quali conche, brocche, vassoi, mestoli, bracieri, padelle e grandi piatti, belli tanto da usare come da appendere alle pareti.

FORBICI E COLTELLI

       Per un curioso concatenarsi di eventi storici, nel Quattrocento il Contado del Molise divenne uno dei maggiori centri di produzione di armi, di qualità tale che Cola di Manforte, indomito condottiero, legò le sue gesta alle spade che venivano forgiate per lui e per il suo esercito nelle fucine della regione.

       Dalle competenze acquisite in quel periodo si sono sviluppate due forme di artigianato per le quali due città molisane sono state famose per secoli: l'acciaio traforato a Campobasso e le coltellerie a Frosolone.

       Quella dell'acciaio traforato, purtroppo, è un'attività che sembra avviata verso una crisi irreversibile, visto l'esiguo numero di artigiani ancora in grado di esercitala. Quella dei "coltellinai", invece è quanto mai florida e sembra fondare le basi del suo successo proprio nella sua mancata industrializzazione.

       Frosolone, infatti, è un brulicare di officine a conduzione familiare dove il forgiare, l'arrotare ed il limare sono considerate arti in cui l'abilità manuale conta molto di più di qualunque ausilio tecnologico. 
       La produzione è davvero di qualità straordinaria e spazia attraverso tutti i generi, dai rasoi ai coltelli da macellaio, a quelli a serramanico ai moderni coltelli da sub.

       Lo stesso vale per le forbici, che riescono a soddisfare sia le esigenze di perfezione tecnica pretese dai sarti come dalle manicure, sia il gusto estetico di chi è alla ricerca di oggetti raffinati, da regalare o collezionare.

LE ZAMPOGNE

       Tra Scapoli e Fontecostanza, due piccoli centri alle pendici delle Mainarde, in provincia di Isernia, nasce la colonna sonora più tradizionale e commovente del Natale: quella delle zampogne. Qui, alcuni abili artigiani si tramandano di generazione in generazione i segreti del mestiere e realizzano con le. stesse tecniche di duemila anni fa questi antichi strumenti musicali così ricchi di fascino. 
       Nelle botteghe artigiane affacciate sulle vie del paese si possono ammirare e acquistare zampogne grandi e belle che meriterebbero di essere suonate piuttosto che abbellire un angolo di casa, ma anche edizioni in miniatura che, senza rinunciare a nessuno dei particolari che ne fanno dei perfetti strumenti musicali, meglio si prestano a fungere da souvenir.

LA TESSITURA

       Un tempo, in ogni casa molisana c'era un telaio per realizzare il corredo e questa consuetudine ha permesso di sviluppare un artigianato della tessitura che ancora resiste in molti centri della regione.

       Ad Agnone, Garovilli, Gastelverrino, Capracotta, Pescopennataro e S. Pietro Avellana, si lavora prevalentemente la lana (belle le tipiche coperte modulate nei toni naturali del marrone, del bianco e del nero), mentre a Montemitro, San Felice del Molise e Acquaviva Collecroce, in provincia di Campobasso si lavora il lino e il cotone secondo i canoni introdotti dalle prime comunità slave insediatesi nel territorio. 
       Tutt'altra origine, invece, hanno i merletti al tombolo di Isernia la cui antica lavorazione viene fatta risalire al basso Medioevo quando nel Molise sorsero numerosi conventi benedettini, centri di preghiera e di operosità.

       Le severe leggi feudali del tempo costringevano la maggior parte delle nobili fanciulle alla vita conventuale dove la lavorazione di pizzi e merletti era l'impegno prevalente e quotidiano. Da questa triste contingenza, è nata una scuola del ricamo che ancora si perpetua e trova clientela in ogni parte del mondo.

LA VENTRICINA    

       La "vera" Ventricina è quella di Montenero di Bisaccia, in provincia di Campobasso, dove viene preparata con cure in cui la tecnica sconfina spesso nella ritualità. È un insaccato "ricco" preparato con pezzi di carni magre provenienti esclusivamente dal coscio dei maiali locali, ed una piccola percentuale di grasso duro del suino.

       La carne viene tagliata a pezzi grossi ed insaporita con sale, fiori di finocchio, paprica e peperoncino. Dopo essersi insaporito per 24 ore, il tutto viene insaccato nella vescica del maiale (da cui il nome "ventricina") intervallando le parti magre con i pezzi di grasso tagliati a cubetti.

       Si pressa con forza per eliminare ogni residuo d'aria all'interno della vescica, qui si fa "asciugare" per 15 giorni in ambienti caldi e ben ventilati. Segue una stagionatura nel buio delle cantine che varia da 12 a 18 mesi, al temine della quale le ventricine vengono ricoperte da un sottile strato di strutto che le preserva da accidentali ossidazioni, e sono pronte per essere consumate. 

APPUNTAMENTI DA NON PERDERE

       In gran parte del Molise la vita fluisce secondo i ritmi di un tempo e la ritualità legata alle grandi feste religiose continua a costituire una forte occasione di aggregazione sociale.

       Accade così che quasi ogni festa patronale è anche sagra e fiera, ovvero occasione di incontro laico e religioso al tempo stesso, momento di svago ma anche opportunità per avvicinarsi a quei prodotti artigianali che sono esclusi dai normali circuiti commerciali.

       In questa ottica, sono assolutamente da non perdere l'antica Fiera di San Pietro delle cipolle che si tiene ogni anno ad Isernia alla fine di Giugno, la più importante fiera dell'intera Pentria, menzionata per la prima volta in un privilegio rilasciato dal conte Ruggero da Celano nel 1254, e, a fine Luglio, la Mostra-mercato internazionale della Zampogna di Scapoli.

Valle d’Aosta  •  Piemonte • Liguria •  Lombardia • VENETO 

Trentino-Alto Adige  • Friuli-Venezia Giulia

Emilia-Romagna  • Toscana • Marche  • Umbria • Lazio

Abruzzo • Molise • Campania •  Basilicata

Puglia • Calabria • Sicilia • Sardegna